Genova. I lavoratori della sanità privata genovese sono scesi ancora una volta in piazza per far valere le proprie ragioni e, insieme alla Funzione Pubblica Cgil Genova, chiedere con forza all’istituto religioso Don Orione e all’Emanuele Brignole Servizi (di proprietà pubblica) di non applicare il contratto Aris e Aiop separato, cioè di rispettare l’esito della consultazione democratica, per ritornare ad un rapporto di lavoro che possa garantire il mantenimento del sistema di regole e diritti previsti dal precedente contratto collettivo di lavoro siglato unitariamente.
Con un referendum nazionale, infatti, i lavoratori hanno espresso la propria contrarietà al contratto nazionale separato. “Siccome è stato firmato un contratto nazionale separato, che è stato respinto a maggioranza dai lavoratori attraverso un referendum, siamo in piazza per chiedere la riapertura del tavolo negoziale da una parte e dall’altra per chiedere alla Regione di intervenire sulle società che vogliono applicare quel contratto, peggiorativo per i lavoratori”, dichiara Corrado Cavanna, segretario Fp Cgil.
L’appello, quindi, è rivolto da un lato alla Curia, che è proprietaria del Don Orione, e dall’altro alla Regione. “La Curia vuole applicare quel contratto e in pratica chiede alla Cgil di essere mandata via dai tavoli – conclude Cavanna – Alla Regione, che paga gli interventi dei cittadini che vengono ricoverati e assistiti in queste aziende, chiediamo invece un intervento per fare in modo che il contratto separato non venga applicato”.
Il contratto, in breve, prevede uno stipendio inferiore per i nuovi assunti, mentre ai vecchi assunti si chiede di passare da 36 a 38 ore di prestazione senza significative variazioni salariali.
Nel frattempo una delegazione di lavoratori è stata ricevuta dalla Curia, mentre alle 12.30 sarà ascoltata dall’assessore regionale Lorena Rambaudi. “E’ bene ricordare che strutture private, ma accreditate e finanziate dall’ente pubblico con i soldi dei cittadini e degli utenti, garantiscono da anni, grazie al lavoro e alla professionalità delle loro operatrici e dei loro operatori, un servizio di fondamentale utilità pubblica su tutto il territorio cittadino e provinciale”, spiegano[thumb:30652:l] i lavoratori della sanità privata, che in Liguria sono circa 2500.