Economia

Imu, consiglio Liguria approva: riduzione sulla prima casa, in particolare se gravata da mutuo

casa

Regione. Per sollecitare la riduzione dell’Imu sulla prima casa, il Consiglio regionale ha approvato una mozione, sottoscritta dalla Lega Nord (primo firmatario Francesco Bruzzone), che fa riferimento in particolare agli immobili gravati da mutuo ipotecario, ed un ordine del giorno che ha come primo firmatario Nino Miceli (Pd) e sottoscritto da altri componenti della maggioranza.

La mozione della Lega è stata approvata con 21 voti favorevoli (Lega Nord, Pd, Diritti e libertà, Sel, Federazione della sinistra e Riformisti italiani), 1 contrario (Massimo Donzella, Udc) e 9 astenuti (Pdl e Liste civiche per Biasotti presidente). Nella mozione si impegna il presidente e la giunta ad intervenire presso il Governo nazionale affinché i proprietari di prima casa su cui grava un mutuo ipotecario pagino l’Imu in maniera ridotta. Nella mozione viene rimarcato che l’Imu “così come regolamentata attualmente, si prefigura una imposta ingiusta ed iniqua nei confronti dei possessori di prima casa ed, in modo particolare, per gli immobili su cui grava il mutuo ipotecario”. Il testo precisa, inoltre, che, a differenza di quanto accade negli altri Stati, per tradizione e scelta delle famiglie, circa l’ottanta per cento dei cittadini è proprietario di un appartamento e che, pertanto, i possessori non sono necessariamente benestanti.

Il testo approvato è comprensivo di un emendamento proposto dallo stesso Bruzzone ed approvato 18 voti favorevoli, 3 contrari (Udc e Federazione della sinistra) e 9 astenuti (Pdl e Liste civiche per Biasotti Presidente). Respinto, con 13 voti favorevoli (Centrodestra), 17 contrari (Centrosinistra) e 1 astenuto (Marylin Fusco, Diritti e Libertà) un emendamento presentato da Marco Melgrati, Pdl, che sollecitava l’intervento della giunta presso il governo affinché venisse totalmente eliminata l’Imu sulla prima casa e sui beni strumentali delle imprese.

L’ordine del giorno che ha come primo firmatario Nino Miceli (Pd) è stato approvato con 22 voti favorevoli (Pd, Udc, Sel, Diritti e libertà, Federazione della sinistra e Lega), 8 contrari (Pdl e Liste civiche per Biasotti presidente) e 1 astenuto (Raffaella della Bianca, Gruppo Misto Riformisti italiani).

L’ordine del giorno impegna la giunta ad assumere le più opportune iniziative nei confronti del governo nazionale e dei gruppi parlamentari di Camera e Senato affinché siano modificate le norme attualmente in vigore in materia di Imu, nel rispetto della compatibilità finanziaria dello Stato, garantendo comunque ai Comuni lo stesso gettito, per consentire i seguenti obiettivi: l’aumento a 500 euro del limite di esenzione dal pagamento dell’imposta per le abitazioni destinate a prima casa, fermo restando le detrazioni già operanti a favore delle famiglie; l’esenzione o riduzione per le abitazioni destinate a prima casa, acquistate o ristrutturate con mutuo anche in relazione alla capacità contributiva del soggetto d’imposta; l’esenzione per i beni strumentali ed utilizzati per l’attività di impresa e l’esenzione per le abitazioni affittate a canone concordato. Nel documento si rimarca che in una fase di difficoltà economica e sociale deve essere messa in atto una pluralità di interventi che consentano di accrescere il reddito disponibile delle famiglie.

Si sottolinea a tal proposito che “numerose famiglie per accedere alla proprietà della prima casa hanno contratto mutui onerosi, in condizioni diverse e più favorevoli rispetto alle attuali, dove ben maggiori sono i rischi di insolvenza o comunque le difficoltà nei pagamenti2. Si rimarca, infine, la necessità di alleggerire la fiscalità che grava sulle imprese, per favorirne la ripresa.

Francesco Bruzzone (Lega Nord Liguria-Padania) nell’illustrare la mozione ha detto: “Quando l’Imu è stata introdotta, noi ci siamo trovati soli ad avversarla, contro Pd e Pdl che l’hanno voluta e sostenuta. Purtroppo sulla questione c’è molta incoerenza. Anche chi sosteneva il governo Monti adesso dice che l’Imu è iniqua. Mi fa piacere che la mozione venga discussa ora, fuori dal clima elettorale. Oggi possiamo dare alla vicenda un tono molto moderato, che non ha nulla di propagandistico. Un discorso serio. Auspico che da qui parta un primo segnale in Italia”. Bruzzone in chiusura di discussione, come aveva fatto anche il consigliere Massimo Donzella (Udc), ha lanciato una proposta: “Sarebbe opportuno che, se sulla necessità di intervenire sull’Imu per la prima casa si trovasse un’intesa politica, si arrivasse ad avanzare una proposta di legge alle camere”.

Antonino Miceli (Pd) ha innanzitutto rimarcato che “il tema in discussione è oggettivamente molto sentito da tutti. Ringrazio pertanto Bruzzone che ha sollevato questo tema”. Ha quindi illustrato i punti salienti dell’ordine del giorno del quale il capogruppo del Pd è primo firmatario: “Riteniamo ci debba essere un abbattimento significativo dell’Imu, a vantaggio dei proprietari della prima casa, con l’innalzamento a 500 euro del limite di esenzione dal pagamento dell’imposta, fermo restando le detrazioni già operanti. Sollecitiamo l’esenzione o la riduzione dell’Imu per la prima casa acquistata con mutuo, da attuarsi sulla base della capacità contributiva. Di rilevanza l’esenzione per i beni strumentali, utilizzati per l’attività di impresa e per le abitazioni affittate a canone concordato». Miceli si è invece detto contrario all’emendamento di Melgrati perché a suo avviso la totale e indiscriminata abolizione dell’Imu sulla prima casa potrebbe far rischiare “un deficit nei conti pubblici”, e porrebbe sullo stesso piano i proprietari di piccole case e quelli di lussuose ville.

Aldo Siri (liste civiche per Biasotti presidente), ha espresso pesanti critiche sull’Imu: “E’ una vera e propria patrimoniale – ha detto – Sono contrario a questa imposta che va a colpire il sacrificio e l’impegno di tanti italiani e che è stata aggravata dalla revisione delle aliquote catastali dei comuni. Occorre trovare risorse sostitutive per i Comuni. E’ apprezzabile la proposta di esentare i beni strumentali delle imprese”.

Ezio Chiesa (Gruppo misto-Liguria Viva), ha affermato: “Imu era già stata introdotta dal governo Berlusconi e doveva avere vigenza dal 2014, per immobili diversi dall’abitazione principale. Una parte pesante va allo Stato. Credo invece sarebbe stato opportuno che lo Stato avesse trasferito la competenza ai Comuni, lasciando loro la libertà di modularla. In questo caso lo Stato potrebbe non trasferire più risorse ai Comuni, togliendo però il vincolo del patto di stabilità. A seguito dell’introduzione dell’Imu, in teoria il debito pubblico avrebbe dovuto diminuire ed invece è ancora aumentato. E questo perché da parte dello Stato centrale continuano ad esserci enormi sprechi. Voto l’ordine del giorno della maggioranza, perché non inficia la mia proposta”.

Marco Melgrati (Pdl): “Sull’Imu la posizione del Pdl è molto chiara: se avessimo vinto le elezioni, secondo quanto promesso dal nostro leader con una lettera agli elettori, l’avremmo tolta immediatamente. Questo è quanto accadde in passato per l’Ici. I fondi si potevano trovare, visto che si sono trovati i quattro miliardi di euro per ripianare il buco del Monte dei Paschi di Siena. L’Imu non è stata voluta da Berlusconi: quella proposta dal centrodestra era ben altra cosa, era modulata sulle esigenze dei Comuni che ne avrebbero risposto a livello politico”.

Edoardo Rixi (Lega Nord Liguria-Padania) ha sottolineato che la mozione proposta dalla Lega ha anche il merito da far comprendere realmente “quali sono le forze politiche che vogliono eliminare questo balzello sulla prima casa e chi, invece, pensa che la casa dei cittadini possa essere utilizzata come strumento per far cassa. C’è Differenza fra chi vuole abolire questa tassa e chi vuole modularla in modo diverso. La Regione Liguria ha perso l’occasione di incidere su questo provvedimento per non mettere in discussione una maggioranza che aveva come unico scopo quello di mettere le mani nelle tasche degli italiani”.

Luigi Morgillo (Pdl): “La posizione del Pdl è stata ben esposta dal capogruppo, e credo sia arcinota: è stata il cuore della proposta politica in campagna elettorale. L’Imu sulla prima casa è ingiusta. Dobbiamo dire forte e chiaro al governo che non la vogliamo. L’Imu è un dissuasore del risparmio che gli italiani hanno sempre indirizzato verso la casa. Si è voluto prendere i soldi dalla prima casa e non dalle banche, che un anno fa hanno attuato una transazione con il fisco a condizioni ben più vantaggiose di quelle normalmente consentite ai cittadini”.

Raffaella Della Bianca (Gruppo misto-Riformisti italiani) ha posto l’accento sull’attuale crisi che si ripercuote in maniera pesante sui cittadini: “Otto milioni di italiani oggi sono in stato di povertà – ha detto -. Il problema purtroppo non è solo l’Imu sulla prima casa. Da questa aula dovrebbe alzarsi, in maniera univoca, un invito ai parlamentari, affinché facciano presto a formare un nuovo governo che agisca con provvedimenti che riguardano l’economia di questo Paese. E’, questa, un’occasione che il Consiglio regionale non deve sprecare: deve fare da stimolo anche per chi deve decidere su questi provvedimenti”.

Roberto Bagnasco (Pdl): “E’ stato un errore, anche della nostra parte politica, fidarci di un uomo, Monti, che pareva avesse le capacità per risolvere la crisi. Di recente Monti ha detto che si possono rivedere le aliquote dell’Imu. Il 23 marzo il Pdl manifesterà a Roma e un tema significativo sarà proprio l’eliminazione dell’Imu”.

Massimo Donzella (Udc) ha rimarcato: “L’Imu non risponde ai criteri di progressività e capacità contributiva, previsti dalla Costituzione. E’ chiaro che l’Imu deve essere cambiata. La relazione dell’Unione europea ci dice che Imu non va a ridurre diseguaglianze dei cittadini, anzi. Non è equa. E’ una vera e propria patrimoniale”. Donzella ha quindi invitato la Regione a prendere una posizione “attarverso un lavoro da fare insieme alla presidenza del Consiglio regionale, per chiedere alle Camere di modificare questa imposta. La Regione Liguria, dunque, si faccia protagonista in questa proposta”. Ha quindi ribadito che l’ordine del giorno presentato dalla maggioranza tiene presente gli indispensabili requisiti di progressività e capacità contributiva che, a suo avviso, non sono invece rispecchiati nella mozione di Bruzzone.

Gino Garibaldi (Pdl) ha espresso il suo rammarico per il fatto che, nonostante la lunga discussione, non si è arrivati a un testo unitario “per dire al governo che riteniamo l’Imu iniqua”

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