Genova. La piaga del gioco, proprio nel giorno in cui Genova si mobilita contro la sala giochi di Pegli, per cui era stata prevista anche l’inaugurazione di Nicole Minetti, poi annullata per un provvedimento del Comune, ha segnato un’altra vittima. A farne le spese è una colf genovese di 45 anni che oggi ha patteggiato due anni con la condizionale per aver rubato circa 30 mila euro in oro nelle case dove prestava servizio.
La donna nel processo per direttissima ha confessato: il marito giocava alle slot-machines e lei per coprire le spese familiari, rubava oggetti d’oro in casa dei datori di lavoro che, insospettiti dalla sparizione di preziosi, avevano fatto installare una telecamera. Ieri è stata immortalata nell’atto di rubare, fermata e processata oggi per direttissima.
La donna lavorava presso una benestante famiglia genovese da una ventina d’anni ma da qualche
tempo, proprio per far fronte alle spese familiari, aveva iniziato ad appropriarsi di oggetti d’oro nella casa dove prestava servizio. I preziosi venivano poi venduti negli appositi negozi di compraoro.
I datori di lavoro, però, si sono insospettiti per le frequenti sparizioni degli ori di famiglia e, qualche tempo fa, hanno fatto installare la telecamera che ieri ha tradito la colf. Hanno così avvertito i carabinieri che hanno atteso che la donna uscisse di casa, l’hanno seguita a bordo del bus e, una
volta scesa, le hanno chiesto cosa avesse nella borsa. Di fronte alla richiesta dei militari la colf non ha potuto fare altro che mostrare il bottino e a confessare di aver compiuto, in passato, altri furti.