Genoa, gli ultimi arbitraggi sono costati almeno quattro punti

presentazione maglia genoa 2012

Genova. Genoa quart’ultimo in classifica a quota 26. Un gradino più sotto ecco il Siena di Beppe Iachini, i punti in graduatoria sono 24. Ballano due lunghezze, il testa a testa è cominciato. Da qui alla fine del campionato ci si gioca la sopravvivenza, chi perde è destinato all’inferno della Serie B.

Due punti di vantaggio che i rossoblù sperano possano rimanere tali fino allo scontro diretto in calendario sabato 30 marzo. Nel mezzo la sola giornata del prossimo week end con il Genoa impegnato a Firenze e i bianconeri in casa contro il più addomesticabile Cagliari.

Certo, in una situazione come questa, pensare ai punti persi per decisioni arbitrali a dir poco discutibili contro Palermo, Roma e Milan fa male. All’appello, senza voler esagerare, mancano tra i quattro e i sei punti.

Cominciamo dalla trasferta del Barbera. Ai rossoblù è stato negato un rigore sacrosanto. Il fallo di Garcia su Rossi era da sanzionare con un penalty a favore degli ospiti. E in una partita come quella, e con una squadra in difficoltà come il Palermo, portarsi avanti poteva significare vittoria. Da uno si passa a tre punti. Il Genoa avrebbe quindi ora 28 punti.

Ventotto punti ipotetici che sarebbero potuti diventare 29 o 31 se a Roma l’arbitro non avesse deciso di metterci del proprio. Il folle rigore concesso alla Roma (De Rossi cade praticamente da solo), il mancato cartellino rosso per Burdisso (fallo da dietro e da ultimo uomo), i due pesi e due misure utilizzati nei confronti di Totti e Kucka (graziato il primo che se la cava solo con un giallo, due invece i gialli sventolati in faccia allo slovacco: i falli commessi l’uno sull’altro però sono gli stessi) e la meno influente ma comunque ingiustificata espulsione di Ballardini, “colpevole” di aver oltrepassato i limiti dell’area tecnica per chiedere ai propri giocatori di buttar fuori la palla e quindi consentire allo staff sanitario giallorosso di soccorrere Osvaldo. Quella partita i rossoblù l’hanno dominata dall’inizio alla fine. Un pareggio, con una direzione arbitrale equa, sarebbe stato sicuramente alla portata di Borriello e compagni.

A voler mantenere un profilo basso, il Genoa, dopo quella partita, si sarebbe potuto presentare al Ferraris contro il Milan con 29 punti in classifica. Che sarebbero diventati almeno 30 senza la sciagurata direzione di Damato. Mancano almeno due rigori a dir poco netti: Granqvist abbattuto nell’area milanista per esempio o le mani galeotte di Niang (sarebbe stato secondo giallo con conseguente espulsione) e Zapata (l’unico fallo dubbio).

Senza torti il Grifone se la godrebbe a 30 punti: 6 in più del Siena che insegue e solo 3 in meno di chi sta davanti, Chievo e Torino. Con i rossoblù a 30 non dormirebbero sonni tranquilli nemmeno i giocatori dell’Atalanta fermi a quota 34. Ma il calcio ha le sue leggi. Gli errori arbitrali fanno parte del gioco. Il sangue marcio che si sono fatti Enrico Preziosi e Rino Foschi (e con loro tutti i tifosi del Genoa) servirà a poco o nulla. Per salvare la pelle il Genoa dovrà essere più forte di tutto e tutti. A cominciare da Firenze.

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