Genova. Giovedì si svolgerà l’atteso vertice tra Fincantieri e sindacati per discutere sul futuro dello stabilimento di Sestri Ponente.
“In Liguria stiamo realizzando una rivoluzione, ma per mantenere competitività dobbiamo cambiare nostro modo di produrre, ognuno deve fare la sua parte”, ha dichiarato l’ad Giuseppe Bono durante il convegno “Felici di Crescere”. L’anno scorso però lo scenario era di guerra. “Abbiamo iniziato facendo una battaglia, l’integrazione tra Riva e Muggiano non sarebbe mai avvenuta, poi, è vero, avevo detto di chiudere Sestri, ma Burlando mi aveva avvertito, ‘alla fine della crisi ti servir’à e così non l’ho chiuso. Aveva ragione”.
“Le garanzie sul futuro le può dare solo il Padre Eterno – ha dichiarato Bono – l’unica cosa certa è che per andare avanti dobbiamo tutti fare la nostra parte. Dobbiamo lavorare con responsabilità e rigore e intensificare il lavoro”. Ovvero flessibilità, oggetto della nuova trattativa imbastita a febbraio. “Dopo aver fatto l’accordo importante su Sestri, oggi chiediamo di avere non una riduzione di lavoro, ma flessibilità interna, far lavorare di più nei picchi e meno quando non c’è produttività. Siamo alla vigilia, per prendere le navi bisogna essere competitivi, facciamo l’accordo e lo saremo”.
Per i lavoratori si profila un accordo su modello di quello già attuato per lo stabilimento di Castellammare di Stabia.
Intanto, dopo lo sblocco dei 20 milioni di euro per il ribaltamento a mare, potrebbero profilarsi all’orizzonte due nuove commesse che ridarebbero fiato e occupazione al cantiere sestrese.