Festa della donna in Regione, Monteleone: “Ancora troppe resistenze per combattere il femminicidio”

Regione. “Lo sguardo globale delle nostre cronache si allarga su panorami di violenza nella stessa Europa e solo recentemente questo fenomeno ha avuto modo di emergere in tutta la sua gravità guadagnandosi un nome: femminicidio”. Il presidente del Consiglio regionale Rosario Monteleone ha aperto, oggi, con queste drammatiche parole la celebrazione della Festa della donna nell’aula del Consiglio regionale.
Poco prima Monteleone aveva invitato i presenti a osservare un minuto di silenzio per ricordare le due dipendenti della Regione Umbria uccise da un imprenditore e la recente scomparsa di una funzionaria della Regione Liguria.

Alla cerimonia di questa mattina hanno partecipato la consigliera di parità Valeria Maione e l’assessore alle pari opportunità Lorena Rambaudi, che ha introdotto l’esibizione degli alunni della scuola comunale dell’infanzia Emma Valle di Genova, autori di un progetto sul tema dell’uguaglianza dei diritti fra uomo e donna.
Nel corso della manifestazione è stata proiettata una intervista a Rita Levi Montalcini.

“Contro il femminicidio – ha aggiunto Monteleone – si stanno approntando nuovi strumenti giuridici diretti alla tutela delle vittime, che tuttavia si infrangono contro inconfessabili resistenze passive”. Il presidente ha ricordato, che negli ultimi dodici anni in Italia sono state uccise oltre 2000 donne, quasi sempre per mano di un famigliare. Queste cifre sono “la punta di un iceberg di prevaricazioni che si protraggono spesso per anni. Oggi ci sono, quindi, ragioni vecchie e nuove che presiedono alla celebrazione di questa ricorrenza. La condizione di cui godono le donne è – ha concluso il presidente – uno dei più importanti indicatori dello stato di salute dei sistemi democratici dove c’è ancora un potere che la società maschile pretende di esercitare sulla donna. La disparità di genere è quindi un gap di democrazia e solo un’azione politica potrà contribuire a far decadere progressivamente questa forma di dominio. Questo è l’otto marzo: battersi in prima persona per il più rivoluzionario cambio di mentalità che sia mai stato intrapreso”.

La consigliera di parità Valeria Maione ha introdotto la proiezione di un’intervista a Rita Levi Montalcini, realizzata alcuni anni fa, in cui il premio Nobel, scomparsa il 30 dicembre scorso, raccontava il proprio totale impegno nella ricerca e, ultimamente, nell’attività parlamentare. “Per la difesa dei diritti della donna – ha aggiunto Valeria Maione – noi abbiamo strumenti giuridici, scientifici e finanziari, ma non siamo riusciti a mettere in moto un circuito virtuoso per superare le criticità che ancora esistono; abbiamo messo in campo tanti strumenti senza ricondurli a sistema. Insomma non siamo riusciti a far dialogare le istituzioni, le norme e gli strumenti finanziari per fare qualcosa di composito e ben definito”. La consigliera di parità, dopo aver accennato anche al nodo spesso irrisolto dei differenziali salariali delle retribuzioni, ha auspicato ad un nuovo slancio non solo femminile, ma anche maschile, per superare le difficoltà che ancora si incontrano nel percorso verso il riconoscimento dei diritti delle donne e ha invitato a vigilare affinché le donne, una volta raggiunta l’affermazione professionale, non perdano o snaturino le prerogative del proprio sesso.

L’assessore alle pari opportunità Lorena Rambaudi ha spiegato: “La festa della donna può rappresentare un momento di aggregazione, senza dimenticare però le ragioni storiche di questa giornata che ricordano il sacrificio delle donne lavoratrici. Questa deve essere una giornata di riflessione su quanto nel nostro Paese si è fatto, e quanto ancora però resta da fare soprattutto in tema di diritti. La Regione Liguria negli ultimi anni ha portato avanti numerose azioni a sostegno a favore delle donne: 7.400 posti totali negli asili nido e 9.700 nei servizi per la prima infanzia, il programma di welfare aziendale, che prenderà il via quest’anno per migliorare la conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro, il sostegno ai centri anti-violenza in Liguria, le iniziative a favore delle donne con la legge regionale n. 12 del 2007 di contrasto alla violenza di genere. A questo si devono aggiungere le campagne regionali di prevenzione del tumore alla mammella e del collo dell’utero e il percorso nascite per la tutela della maternità, oltre alle azioni di sostegno alle cure familiari. Sicuramente molto resta ancora da fare soprattutto per quanto riguarda il tema del lavoro femminile e dell’affermazione delle donne in campo professionale. La Regione Liguria è un esempio concreto di come le donne possano ricoprire incarichi di primo piano, anche se negli Enti locali e nelle aziende private molto resta ancora da fare”.

L’assessore Rambaudi ha, poi, presentato gli alunni della Scuola comunale di Genova Emma Valle di Genova, che ha partecipato ai bandi per le scuole liguri, emanati dalla giunta regionale sulle pari opportunità.
Gli alunni, autori di un progetto sul tema dell’uguaglianza dei diritti fra uomo e donna, hanno recitato la Filastrocca dei mestieri che ha ricostruito lo scambio dei ruoli avvenuto nel tempo fra mamma e papà e, alla fine, azzarda una domanda: “Forse in futuro ci sarà una donna presidente?”

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.