Tigullio. Dopo le polemiche sulla fornitura d’acqua tagliata ad alcune famiglie genovesi in difficoltà con i pagamenti, Iren rimane nel mirino dei comitati per l’acqua pubblica. Il nuovo casus belli è dovuto ad alcune “bollette astronomiche” recapitate a numerose famiglie del Tigullio.
“Diciamo basta – scirve il comitato Acquabenecomune Tigullio – all’arroganza di Iren, la crisi rende precarie le condizioni economiche della gente e la barbarie sull’acqua continua. L’acqua è un diritto primario, indispensabile alla vita: chi spreca, inquina o utilizza eccessivamente la risorsa per usi superflui deve pagare salato, ma necessariamente si devono garantire 50 litri gratuiti a persona al giorno”.
“Chiediamo quindi a tutte le forze politiche di mobilitarsi in difesa dei diritti dei cittadini e a tutti i Sindaci e amministratori di Provincia e Regione di dichiarare ufficialmente incivili e inaccettabili questi distacchi, di dichiarare l’Acqua Bene Comune essenziale da slegare completamente da ogni logica di mercato e di profitto e l’obbligo per le società di garantirne la quantità minima indispensabile”.
In discussione anche il ruolo della stessa Iren. “Inoltre chiediamo – conclude il comitato – di mobilitarsi fin da subito per intraprendere un percorso di ripubblicizzazione, ricomprando le dighe genovesi o dichiarandone illegittima la vendita e togliendone l’affidamento ad Iren. Opponiamoci alla barbarie delle privatizzazioni e dei mercati perchè l’acqua è un diritto e non una merce”.