Cronaca

Al via a Genova tavolo su crisi settore edile, ma la Uil boccia la giunta Doria

corteo manifestazione edili

Genova. Si è tenuto ieri pomeriggio l’incontro fra la categoria degli edili e la Giunta municipale, dopo lo sciopero del 6 dicembre che aveva chiesto la costituzione di un tavolo congiunto fra sindacato ed amministrazione per contrastare la piaga della disoccupazione nel settore. Il comparto delle costruzioni ha raggiunto a Genova livelli vertiginosi, facendo precipitare 1500 famiglie, solo nel 2012, oltre il livello della soglia di povertà. Da parte sindacale erano stati richiesti a Comune di Genova drastici interventi per contrastare il fenomeno, rendendo evidenti anche i rischi connessi alla ormai probabile lacerazione del tessuto sociale.

“Il ritardo con il quale il primo tavolo è stato costituito la dice lunga sul grado di sensibilità dimostrato dalla Giunta Comunale e del Sindaco sui problemi dei lavoratori edili – spiega la Uil in una nota – L’incontro avvenuto ieri non ha fatto altro che confermare l’incapacità di questa amministrazione nell’affrontare le problematiche che affliggono l’occupazione locale nel settore dell’edilizia. All’incontro, presieduto dal Vice Sindaco, hanno preso parte gli assessorati competenti. La UIL di Genova e la Feneal hanno chiesto, in via definitiva, una politica incisiva sul versante occupazionale, nonché una decisa accelerazione sulla cantierizzazione delle opere che interessano il territorio Genovese”.

“Su entrambi i versanti le risposte sono state negative: il Comune sottovaluta l’influenza politica che potrebbe esercitare sulle imprese per ottenere una maggiore occupazione locale . Sullo sviluppo delle infrastrutture, siamo stati informati che, stante il risultato elettorale, diventerebbe più problematico affrontare la sensibilità delle minoranze contrarie alla gronda ed al terzo valico. Una politica del “non fare”, ormai purtroppo dimostrata da amministratori e vecchi apparati intenti a tirare a campare sperando di sopravvivere alla tempesta. Negativa è quindi la valutazione della Uil e degli edili, poiché è ormai evidente che coloro che ci rappresentano dimostrano uno scollamento totale dalla realtà. La separazione fra politici e cittadini è conclamata, non consensuale, e lascia presagire quale epilogo un triste divorzio”.

“Resta il problema del dopo – aggiunge la nota – perché cittadini e politica sono un matrimonio che “s’ha da fare” : per forza. Queste risposte inadeguate ci preoccupano. In un momento così difficile per il territorio e il Paese, il compito di una buona politica non è solo quello di dimostrarsi diligenti nell’ordinaria amministrazione, ma soprattutto quello di porre in atto scelte forti sui temi cruciali di occupazione e sviluppo. Non è accettabile la dichiarazione di sudditanza alle imprese così serenamente enunciata, ma è comunque utile per analizzare il fenomeno di una classe politica che rimane ancorata alle proprie ritualità, incapace di raccogliere gli stimoli derivanti dal recente ed inatteso risultato elettorale. Questo desolante panorama impone al sindacato la scelta di proseguire nella propria mobilitazione, focalizzando il dissenso nei confronti dei soggetti refrattari all’assunzione di ineludibili responsabilità”.

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