Ultima udienza generale in Piazza San Pietro, da domani sera, 28 febbraio, papa Benedetto XVI rinuncerà al suo ministero. Il papa – ha detto rivolgendosi ai fedeli – “è impegnato sempre e per sempre dal Signore”, mentre chi assume il ministero petrino sa “di non avere più alcuna privacy”.
“Il sempre è anche un per sempre – ha continuato – e non c’è più un ritornare al privato. La mia decisione di rinunciare all’esercizio attivo del ministero non revoca questo. Non ritorno alla vita privata a una vita di viaggi, incontri, ricevimenti, conferenze. Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore crocifisso. Non porto più la potestà dell’ufficio per il governo della Chiesa, ma nel servizio della preghiera resto, per così dire, nel recinto di San Pietro”.
“Un papa – ha aggiunto – non è solo nella guida della barca di Pietro, anche se è sua la prima responsabilità; e io non mi sono mai sentito solo per portare la gioia e il peso del ministero petrino; il Signore mi ha messo accanto tante persone che, con generosità e amore a Dio e alla Chiesa, mi hanno aiutato e mi sono state vicine”. Il papa ha voluto salutare e ringraziare i cardinali, i collaboratori, ad iniziare dal segretario di Stato che, ha detto, “mi ha accompagnato con fedeltà in questi anni”, e “l’intera Curia Romana”.
“Sono tanti volti che – ha detto – non emergono, rimangono nell’ombra, ma proprio nel silenzio, nella dedizione quotidiana, con spirito di fede e umiltà sono stati per me un sostegno sicuro e affidabile”.