Tursi, ancora un consiglio lampo: tutti i temi “caldi” rinviati al dopo elezioni

palazzo tursi comune genova

Genova. Un consiglio comunale non proprio lampo, come già accaduto, ma sicuramente striminzito, chiuso alle 15.45 per il ritardo del consigliere Edoardo Rixi che aveva presentato due interpellanze di cui una sul commercio, dichiarate dal presidente del Consiglio comunale Giorgio Guerello decadute proprio pochi secondi prima che il capogruppo della Lega Nord facesse il suo ingresso in aula, scusandosi con sindaco e consiglio per l’imprevisto.

E’ bastato questo per scatenare l’ennesima polemica in aula rossa, sollevata dal consigliere del Pd Salvatore Carattozzolo, che ha preso la parola giudicando in sostanza poco edificante chiudere un consiglio comunale dopo 45 minuti e chiedendo perché in casi come questo non venga quantomeno concesso più tempo per le interrogazioni a risposta immediata, in gergo gli “articoli 54” (lo stesso presidente ha ammesso che la scorsa settimana sul suo tavolo gliene sono arrivati ben 153). La capogruppo del Pdl Lilli Lauro ha colto l’occasione per criticare le scelte della presidenza sui 54 da esaminare che sarebbero “interessanti ma non urgenti”. Peccato che, come ha fatto notare lo stesso Guerello, due dei “54” discussi oggi fossero stati presentati proprio dal suo gruppo, e la riposta piccata del compagno di partito Matteo Campora non si è fatta attendere: “Per me l’articolo 54 su corso Sardegna è urgente” ha sbottato in aula.

Le polemiche sui lavori del consiglio sono proseguite con l’intervento del capogruppo del Pd Simone Farello che ha ribadito la proposta (“più volte fatta in conferenza capigruppo e sempre bocciata dal Pdl”) di limitare le sedute di consiglio a quando ci siano molte delibere da esaminare, sostituendo nelle altre occasioni il consiglio con “utilissime commissioni”.

“Ma noi non vogliamo fare meno consigli, se mancano le delibere della Giunta, vogliamo che vengano esaminate le nostre mozioni, ne abbiamo moltissime” ha replicato Lauro. Anche il capogruppo di Sel Gian Pastorino ha chiesto “consigli più grassi”. Guerello ha chiuso la discussione dicendo “le proposte arrivate saranno tenute in considerazione ma, se si deciderà di fare consigli più lunghi non voglio sentire lamentele da parte di nessuno”.

E, così, dopo circa una ventina di minuti di discussione e battibecchi, il Consiglio si è chiuso comunque (erano a questo punto le 16.10) e tutto ciò che è stato portato a casa è una delibera su Casa Paganini, oltre alla risposta dell’assessore ai lavori pubblici Gianni Crivello a un’interpellanza del consigliere del Pdl Stefano Baleari sui lavori in via Garibaldi.

Un po’ pochino, si sussurrava nella “piccionaia” di Tursi, per una città di 600 mila abitanti, strozzata tra crisi industriale, welfare ridotto al lumicino, problemi di assetto idrogeologico e di sicurezza del territorio. E un po’ pochino per una Giunta il cui sindaco aveva stilato un programma corposo incentrato su welfare, diritti e partecipazione dei cittadini. Perché quello che manca, e continua a mancare, in aula rossa, sono proprio le delibere di Giunta.

Quando arriverà a Tursi la delibera sul registro delle unioni civili? E quella sulla moschea? E la Gronda? Per non parlare della discussione, a questo punto più urgente, sull’aumento del biglietto Amt, che dovrebbe scattare da marzo e su cui il consiglio comunale deve avere l’ultima parola. La campagna elettorale non aiuta perché ogni tema diventa un tema caldo e nessuno lo vuole affrontare. Ma allora l’ipotesi di far risparmiare qualche gettone ai cittadini evitando di convocare consigli come quello di oggi qualche senso lo ha.

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