Genova. L’austerity imposta dal sindaco Marco Doria vede i consiglieri comunali prendere l’autobus con regolare biglietto pagato e poi, se usato “nell’espletamento delle funzioni sull’intero territorio comunale, eventualmente rimborsato “nella facoltà e nei limiti di spesa che il regolamento comunale riconosce a ciascun gruppo consiliare”, ovviamente “entro l’attuale stanziamento di bilancio”.
Dopo le polemiche divampate ieri tra i corridoi di Tursi con il fantasma di una ennesima crisi interna tra il primo cittadino e pezzi della sua maggioranza, ha inviato una nota esplicativa su quanto deciso e illustrato oggi alla sua stessa giunta. “La prassi finora vigente che esenta i consiglieri comunali dal pagamento del trasporto sui mezzi Amt generalizzata e indistinta per ogni caso di utilizzo del bus, non sembra corrispondere a un principio di uguaglianza e trasparenza” è il pensiero di Doria.
Meglio affermare nella pratica che chiunque viaggi sui mezzi Amt debba essere dotato di un titolo di viaggio ordinario. “A questo comportamento – recita la nota – si sono peraltro attenuti fin dall’inizio il sindaco e gli assessori i quali, come noto, non dispongono di auto blu stabilmente assegnate e solo occasionalmente, per casi urgenti, possono ricorrere a passaggi su auto di servizio dell’amministrazione”.
“Ciò – ha spiegato ancora Doria – non significa ignorare i costi che l’attività di un amministratore né, tanto meno, considerarli per loro natura uno spreco. L’esercizio della democrazia implica costi assolutamente legittimi che, proprio per essere riconosciuti come tali, richiedono una precisa identificazione e una trasparente contabilità, e pertanto vanno distinti da un benefit generico”.
Il sindaco ha infatti proposto che gli oneri sostenuti dai singoli consiglieri per attività istituzionale, compreso il rimborso del trasporto, rientrino nella facoltà e nei limiti di spesa che il regolamento comunale riconosce a ciascun gruppo consiliare, ovviamente entro l’attuale stanziamento di bilancio. Nel caso del Comune di Genova, i rimborsi ai gruppi consiliari sono “rigorosamente subordinati a una puntuale certificazione e a un controllo da parte degli uffici comunali di ogni voce di spesa”.
Solo ieri lo stesso sindaco tramite il suo spazio settimanale su Youtube aveva definito “degrado indecente” le spese sostenute con i soldi dei cittadini dalla politica. E che la politica non sia tutta uguale ci tiene a sottolinearlo anche Simone Leoncini, presidente del Municipio Centro Est. “C’è una politica che spreca e una in grado di rinunciare a strumenti di lavoro, che dà il suo legittimo contributo a fronte dei sacrifici pesantissimi dei cittadini”, ha detto oggi a margine di un’iniziativa a Tursi. “Sono due modi di far politica diversi, ed è giusto dare il nostro buon esempio”. Distinguendo però tra amministratori e amministratori, rimarcando ancora una volta la distanza tra i diversi livelli istituzionali.
“C’è chi con i soldi pubblici si compra le mutande – ha sottolineato Leoncini – e chi come gli amministratori comunali e municipali per contribuire a una maggiore austerità rinuncia agli strumenti di lavoro”.
“Francamente dall’inizio del mandato – ha concluso Leoncini – e a differenza di quanto avveniva con gli ex presidenti di municipio, non abbiamo più né tessera autobus né pass per l’Area Azzurra. Non sono privilegi ma strumenti di lavoro per noi che giriamo molto sul territorio. Ci rinunciamo volentieri in una fase complessa come questa, ma l’importante è che si faccia chiarezza”.