Genova. Più che altro prudenza. La parola d’ordine del Partito Democratico a Genova, ora che la sua leadership politica sotto la Lanterna è messa seriamente in dubbio dal MoVimento 5 Stelle, è tutta all’insegna dell’ “aspettiamo i dati definitivi”.
Anche perché tra il recupero miracoloso del centrodestra ed il “boom” di Grillo, scegliere la vera novità della tornata elettorale proprio non è semplice.
Mario Margini propende decisamente per il primo caso: non si aspettava proprio che, tra lettere di rimborso dell’Imu e promesse in campagna elettorale, Silvio Berlusconi puntasse quantomeno a rendere difficile la vita ai democratici.
“Occorre chiarire – spiega – che nel sistema elettorale per il Senato contano i voti su base regionale. Alla Camera chi prende un voto in più si becca il “malloppo”.
Predenza, quindi, ma “è incontestabile un certo incremento di Grillo più o meno significativo, ma comunque cospicuo. Il Pd oscilla tra percentuali che al massimo arrivano al 30% dei consensi”.
“Ma mentre Grillo – ragiona – era in qualche modo un fenomeno previsto, la cosa imprevista è il fatto che il centrodestra che sembrava quasi fuori dai giochi è quantomeno in corsa. Abbiamo una gara a tre con risultati incerti. Dal punto di vista elettorale abbiamo uno tsunami di grosse proporzioni e con questo siamo chiamati a confrontarci”.
Di parere diverso Mario Tullo: “Diciamo che quando qualcuno, nei giorni passati, mi chiedeva cosa pensavo di Grillo pensavo che arrivasse al 20 per cento, invece è ampiamente oltre. E’ un dato con cui fare i conti”.
“Attendiamo lo scrutinio finale e poi potremo fare delle analisi sul voto”. Prudenza, mentre il Movimento 5 Stelle sotto la lanterna ha fatto “boom”.