Genova. L’artigianato tiene ma solo nei grandi centri urbani. È questa la fotografia della demografia delle imprese artigiane scattata a fine 2012 dall’Ufficio studi di Confartigianato (dati Movimprese-Unioncamere) Comune per Comune a livello nazionale. Genova è tra i sette grandi Comuni (insieme a Roma, Milano, Torino, Firenze, Bologna e Napoli) dove l’artigianato ha registrato un seppur lieve tasso di crescita (0,07%) tra il 2009 e il 2012 e nei quali si concentra il 10% delle imprese. Al contrario nei Comuni di minori dimensioni (dove si localizza il 52,7% dell’artigianato italiano) si registra un calo di imprese più accentuato della media.
Nel 2012 in Liguria sono state 3.761 le imprese iscritte nella regione, contro le 3.960 cessate, per un saldo negativo di quasi 200 imprese (-0,34%) per un totale di 47.634 realtà attive. Tra 2009 e 2012 manifatturiero e servizi in Liguria sono stati i comparti andati peggio: il primo ha registrato un calo di poco inferiore al 5%, mentre i servizi diminuiscono dello -2,26%, decrescita peggiore anche di quella media italiana (-1,82%) e del Nordovest (-0,7%). “Nei Comuni di piccole e piccolissime dimensioni – spiega Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – nel 2012 si è assistito a un progressivo e accentuato fenomeno di chiusura di attività”.
“Le spiegazioni sono sicuramente riconducibili alla crisi economica, al calo dei consumi, ma anche ad altri fattori che hanno indotto molte imprese familiari a chiudere bottega. In primis, l’aumento della pressione fiscale e la profonda incertezza per il futuro”.
Dall’analisi Comune per Comune, si notano centri dell’entroterra, per esempio Rondanina nel genovesato e Armo in provincia di Imperia dove sono sparite, negli ultimi 12 mesi, rispettivamente il 50 e il 100% delle imprese. “È opportuno dire – puntualizza Grasso – che si tratta di piccoli numeri, una o due attività per centro. Tuttavia non si deve sottovalutare come la progressiva desertificazione imprenditoriale porti anche al conseguente abbandono dell’entroterra con tutto ciò che ne consegue anche in termini demografici e di svalutazione dei territori di cintura delle grandi città”.
Tra le province liguri, è La Spezia (605 chiusure su circa 5.800 imprese artigiane) a soffrire maggiormente la crisi e chiude il 2012 a -1,51%. Genova, con oltre 23.700 realtà, di cui 1.677 chiuse e circa 1.800 neo-iscritte, è invece la seconda migliore provincia italiana per tasso di crescita dell’artigianato nel 2012 (+0,68%), dopo Macerata (+1,23). È l’unica provincia ligure a chiudere il 2012 con il segno positivo: Imperia (circa 8.100 imprese e 770 cessazioni) fa -1,25% e Savona (9.850 realtà attive e 900 chiusure) cala dell’1,29%. Nel lungo periodo, il capoluogo ligure e Savona si collocano però tra le migliori posizioni in Italia: sono rispettivamente seconda e terza per crescita dell’artigianato totale (+1,66% e +1,48%). Imperia chiude in ottava posizione avanzando di mezzo punto percentuale, mentre La Spezia è l’unica provincia ligure a registrare un -0,61%.
La dinamica negativa regionale e provinciale risulta evidente nei dati dei Comuni con più di 250 imprese artigiane. Solo nel genovesato e nel Tigullio troviamo i maggiori segnale di crescita nel 2012: Rapallo (1.264 imprese, +0,32%), Chiavari (889, +1,25%), Recco (294, +3,89%) e Arenzano (260, +4,42%). Segno meno invece a Sestri Levante (-0,58% su 512 realtà attive), Lavagna (-0,43% su 461 imprese) e Santa Margherita Ligure (-3,3% su 380). Nell’imperiese, tranne il capoluogo di provincia, si registrano cali a Sanremo (oltre 2 mila realtà e decrescita dell’1,7%), Ventimiglia (-0,78% e 785 imprese) e Taggia, che segnala un lieve -0,18% su 551 attività artigiane. Alla Spezia si va dai cali maggiori di Levanto (-7%) e Castelnuovo Magra (-4,2%), rispettivamente con 222 e 249 imprese all’attivo, a quelli più contenuti di Arcola (-1,29%), Sarzana (-1,53%) e, appunto, La Spezia (-1,95). Comuni con, rispettivamente, 301, 704 e 2.255 realtà artigiane. A chiudere il quadro, i dati negativi dei maggiori Comuni savonesi: Albenga nel 2012 perde l’1,25 di attività artigiane (su un totale di circa mille), Loano registra un -2,56% (su 516 realtà), Cairo Montenotte e Alassio chiudono l’anno con -1,76% e -1,33%, su un totale di circa 450 imprese ciascuno. Fa bene Pietra Ligure, dove la crescita è stata del 2,21% su 416 attività.