Genova. Alla consegna dei fondi raccolti principalmente per l’alluvione e il piccolo Matteo c’erano anche 10 dei 12 tifosi genoani indagati per i disordini di Genoa-Siena del 22 aprile scorso quando fu imposto ai giocatori rossoblù di togliersi le maglie perché ritenuti indegni, visto che stavano perdendo 4-0 dopo pochi minuti dall’inizio del secondo tempo.
“A giorni, il 20 e 26 febbraio – spiega l’avvocato Stefano Sanbugaro – inizierà il processo per Genoa-Siena e il rischio è che risulti un’immagine falsata dei tifosi perché questi ragazzi sono questo. Sono quelli che hanno raccolto i fondi per Matteo e per l’alluvione”.
I 12 tifosi rossoblù (di cui due sono ancora agli arresti domiciliari) rischiano da 3 a 10 anni di reclusione, per diversi reati: resistenza aggravata, violenza privata e altri reati minori, oltre all’art. 6 del codice di giustizia sportiva, che prevede un reato specifico per l’invasione da un settore all’altro dello stadio, con pena compresa da 1 a 4 anni.
Per quest’ultimo reato, insieme ai 12 ultrà, sono imputati circa altri 200 tifosi, che oltre al Daspo, hanno ricevuto un decreto penale di condanna (con una sanzione complessiva compresa tra i 1.500 e i 3 mila euro) a cui la maggior parte dei tifosi si è opposta.
Le udienze non sono ancora state fissate, e ancora non si sa se ci sarà un unico maxi processo o 200 processi separati.
In entrambi i casi non sarà facile per il Tribunale di Genova gestire una gran mole di imputati: “Nel processo ai 12 – spiega Sambugaro – sono chiamati a testimoniare quasi tutti i calciatori che erano in campo quel giorno. La Procura ha citato anche il presidente Preziosi e l’ex direttore sportivo Stefano Capozzucca, mentre noi abbiamo citato circa 200 tifosi che erano presenti e che sono stati tutti colpiti dal Daspo”
Il processo ai 12 ultrà indagati per i reati più gravi (per 8 di loro il gup Franca Borzone ha respinto la richiesta di patteggiamento) comincerà rispettivamente il 20 e il 26 febbraio (due date distinte perché 8 dei 12 imputati hanno scelto il rito abbreviato).
“Il processo inizierà già in maniera scenografica – ha detto Sanbugaro – perché grazie a un maxi schermo verranno trasmessi in aula i filmati della partita e saranno ascoltati i primi testimoni”.