Genova. Dopo il caso della finanza creativa dei Monte Paschi di Siena, anche nella “pancia” del Comune di Genova sono stati ritrovati dal 2002 al 2012 oltre 118 milioni di swap (derivati).
Nei documenti programmatici e previsionali 2012/2014 che il Comune ha inviato ai Municipi si evince che il Comune di Genova ha stipulato contratti acquistando derivati da tre banche: Unicredit (nel 2002 € 7.272800 con scadenza 2020 ), Bnl ( 2001 € 13.066.882 con scadenza 2020 ) E Dexia Crediop (2002 € 96.294.000. con scadenza 31/12/2012) . Il totale supera i 118 milioni di €.
Che cosa significa? Che il Comune, con i soldi dei Genovesi ha scommesso sui derivati perdendo grosse cifre.
Il gioco funziona così: la banca si impegna a pagare al Comune l’Euribor (il tasso interbancario europeo) a 6 mesi, in cambio il Comune paga alla banca un tasso fisso (potendo scegliere come nei mutui tra fisso e variabile, il Comune scelse quello fisso) .
Per UniCredit il tasso è di 4,75%, per Bnl di 4,95%, per Dexia da 3,55% a 4,90% per i diversi “pacchetti a contratto”.
Quindi, se l’Euribor sale oltre quelle percentuali, il Comune ci guadagna, se scende sotto l’amministrazione locale ha una perdita.
In questi anni l’Euribor però è crollato ai minimi storici fino raggiungendo la soglia di 0,23% e solo nel 2012 il debito passivo sui derivati del comune di Genova è stato di 1.720.000€ !
Nella pancia di Tursi rimangono ancora 20 milioni di derivati attivi sui quali il Comune ha già perso ad oggi 800 milioni di euro.
Inoltre, bisogna sottolineare che il DL 112/08 pone un freno all’uso dei derivati e vieta agli enti locali di fare nuovi contratti.
La procura generale della Corte dei Conti ha consigliato a sindaci, assessori e presidenti di enti locali di adottare” doverose iniziative volte alla risoluzione di contratti eccessivamente onerosi “, cioè a dire che i magistrati contabili intimano di chiudere i contratti altrimenti è colpa grave degli amministratori.
La consigliera del Municipio VIII Medio Levante Tiziana Notarnicola (PDL), è andata quindi a “scartabellare” i documenti programmatici e previsionali del Comune 2012/2014 e ha fatto una denuncia pubblica attraverso Facebook e gli organi di stampa affinché si informino i cittadini in modo trasparente di come vengono spesi i soldi pubblici.
Perché farne mistero? Quali altri segreti ci nasconde la “pancia” di Tursi?
E allora è arrivata la provocazione: “Perché caro assessore Miceli non li pubblica on line? Ovviamente con tanto di voci complete dei costi.”
L’assessore al bilancio dice, infatti, che il valore nozionale degli swap (20 milioni) non è quello a rischio, che si gioca invece sugli interessi. Ma Miceli non dice che i derivati sono contratti a parte rispetto al mutuo e anche questi hanno un costo. Oltre a rimetterci scommettendo sugli interessi, il Comune paga pure per questi contratti.
Ma quanto ci costa ? E soprattutto non è vergognoso che il Comune scommetta da dodici anni sui soldi dei cittadini che pagano le tasse? Perché non facciamo il conto di quanti sono stati i debiti passivi che abbiamo pagato?
Nei prossimi giorni, il gruppo PDL del Comune, con un’interrogazione urgente all’assessore al bilancio, chiederà chiarimenti per far luce sulla “pancia” piena di derivati,
NOI CONTINUIAMO A PAGARE E CONTINUIAMO AD INDIGNARCI!
Tiziana Notarnicola
Consigliere Municipio Genova VIII Medio Levante