Cronaca

Centro storico, dal cemento nascono i fiori: la lotta ai topi e al degrado parte dal Ghetto

Centro storico. “Dal letame nascono i fior” cantava Fabrizio De André, ma anche dal cemento possono nascere i fiori, fiori di cemento anch’essi in questo caso, ma che danno l’idea della cura che molti abitanti del Ghetto, che questa mattina hanno preso cemento e cazzuola per tappare i buchi alle basi dei palazzi dove si annidano i ratti, vogliono per il loro quartiere.

L’iniziativa nasce da un’idea della Casa di Quartiere Ghettup, con la collaborazione dell’assessorato all’Ambiente del Comune di Genova, con il supporto di Amiu e Aster, con la supervisione del ufficio animali critici del Comune di Genova e con il patrocinio del Municipio Centro est: “Questa mattina – racconta Domenico Megu Chionetti di Ghettup – abbiamo occluso i buchi a bordo strada dalla pavimentazione del ghetto. Ovviamente si tratta di un primo momento perché abbiamo coperto un terzo della pavimentazione, chidendo circa una cinquantina di buchi. Certamente non basta, è una prima fase e andremo avanti”.

“Mal a cosa più importante – spiega Chionetti – è che oggi nasce, in accordo con Aster, Amiu, municipio Centro est, assessorato all’Ambiente e assessorato ai Lavori Pubblici, un tavolo permanente che nei prossimi mesi continuirà un lavoro per migliorare la situazione in ogni parte del ghetto”.

Un’iniziativa che ha visto lavorare fianco a fianco italiani e stranieri che nel ghetto, il cunicolo di vicoli stretto tra piazza della Nunziata e via del Campo, ci vivono: “Come casa di quartiere siamo molto soddisfatti dell’iniziativa di oggi che ha anche raggiunto uno degli obbietivi che ci proponiamo che è quello di riconnettere il tessuto sociale: stamatitna qui c’erano gli abitanti del ghetto, italiani e stranieri insieme, e anche tanti altri che sono passati da qui a dare una mano”.

E dal cemento, dai muri dei vecchi palazzi sono spuntati alcuni bellissimi fiori: “Mi è stato proposto – spiega l’artista Helga Grisot – di coniugare una forma artistica con una cosa più pratica. Quindi ho potuto riproporre quest’intervento che avevo già fatto come installazione temporanea, come denuncia contro le aree verdi che mancano in via Pré. In quel caso i fiori di cemento uscivano dai tombini, oggi ho pensato di farli uscire dai muri: è un po’ come decontestualizzare questi fiori, che sono calchi di palazzi del centro storico, che vengono spostati in un contesto completamente diverso. Poi il fiore rappresenta anche una forma di cura, qualcosa di delicato da non calpestare”.

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