Liguria. Silvia Enrico, avvocato albenganese, è la nuova presidente di “Fare per Fermare il declino”. E’ lei uno dei due coordinatori liguri del movimento, che succede ad Oscar Giannino dopo le sue dimissioni dalla carica di presidente a seguito della nota polemica sul master di Chicago e i titoli accademici “millantati”.
“C’è rispetto e c’è riconoscenza per il grande lavoro svolto finora da Oscar Giannino – dichiara Marco Beltrami, coordinatore ligure di Fare per Fermare il Declino – ma non c’è purtroppo ‘assoluzione’ per una leggerezza di questo genere. C’è un grande dispiacere in tutti i simpatizzanti e gli aderenti liguri per questo fatto che rischia di macchiare la reputazione di una persona di grande capacità, entusiasmo e competenza economica e che tanto, negli ultimi mesi, si è impegnato per risvegliare le coscienze degli italiani e portare i temi dell’economia, del liberismo e dell’impresa al centro dell’agenda politica italiana. La decisione presa dimostra come il progetto politico di Fare per Fermare il Declino non sia legato né a un leader né alle singole persone, ma soltanto a chiari principi e ai tanti cittadini che in essi si riconoscono”.
“Dimissioni irrevocabili da presidente in Direzione – aveva twittato Giannino mentre il vertice era ancora in corso – I danni su di me per inoffensive ma gravi balle private non devono nuocere a @Fare2013!”.
La scelta dopo una riunione fiume della direzione di “Fare per fermare il declino”, chiamata a decidere sulle dimissioni del suo leader Oscar Giannino, dopo il caso dei titoli accademici mai conseguiti. L’incontro, in un albergo nel cuore della Capitale a pochi chilometri dalla stazione Termini, è durato quasi quattro ore.
Stamani è stato lui stesso ad aprire la direzione più volte interrotto, a quanto si apprende dai membri del board, alcuni collegati telefonicamente perché all’estero. I componenti della direzione sono sedici, per lo più coordinatori regionali, scelti nelle ultime settimane dallo stesso Giannino. Tra i membri dell’organismo non figura dell’economista Luigi Zingales, uno dei fondatori del movimento che ha fatto scoppiare il caso, denunciando il master mai conseguito dal giornalista politico all’ateneo di Chicago.