Genova. Mentre infuria la bufera delle spese pazze in Regione, il giorno dopo la bocciatura della proposta Monteleone di rendere pubblici i bilanci, nuovi dati, proprio sulla trasparenza della pubblica amministrazione, faranno discutere la Liguria.
La legge, in particolare l’articolo 18 del decreto Sviluppo, prevede infatti che dal primo gennaio tutte le pubbliche amministrazioni debbano pubblicare l’elenco completo delle spese superiori ai mille euro effettuate dal luglio scorso.
Per questo Agorà Digitale, associazione no-profit indipendente, ha prima lanciato la Settimana della trasparenza” con l’hashtag #SalviamoGliOpenData, una 6 giorni in cui i cittadini hanno controllato il livello di trasparenza di tutte le amministrazioni (Comune, Provincia, Regione, ma anche scuola e ospedali) inserendo su una mappa sia i casi virtuosi sia tutte le inadempienze rispetto alla normativa.
Poi il report dei dati direttamente sulla piattaforma www.eradellatrasparenza.it che si ripropone di diventare nei prossimi mesi “il luogo di una rivoluzione in cui i cittadini a partecipare conoscere, comprendere e interrogare su ogni singola iniziativa di spesa intrapresa dagli enti territoriali a loro più vicini”.
“All’impegno dei cittadini – si legge sul portale – si affianca quello di politici, amministratori e candidati alle prossime elezioni a tuti i livelli: da Antonio Ingroia a Pietro Ichino, da Ilaria Cucchi al pioniere della trasparenza Paolo Coppola, arrivano bipartisan le adesioni al “Patto per gli Open data”, che impegna chi lo firma a spendersi, in caso di elezione, nelle sedi adeguate per l’affermazione della cultura dei dati liberati nella nostra Pa e per il rispetto delle leggi in materia”.
Conclusa dunque la settimana della trasparenza il report su L’Era della Trasparenza boccia di fatto la nostra regione, almeno se si vanno a leggere i dati resi disponibili.
Quattro sole bandierine sventolano sulla Liguria. Tre i Comuni promossi per conformità alla normativa e facilità di accesso: Genova, Lavagna e Sestri Levante, più la Camera di Commercio del capoluogo ligure.
Bocciate Regione, Provincia, Università, Asl3, Galliera, Conservatorio, San Martino, Asl4, e i Comuni di Chiavari, Rapallo, Casarza e Santa Margherita.