Politica

Spese pazze in Regione, Burlando su caso Scialfa: “Farò valutazioni nelle prossime ore”

Regione. Tre profili: uno legittimo e opportuno, uno, come quello adottato dal gruppo Pd che “non solo ha agito legittimamente ma anche risparmiato”, e un terzo, gravissimo, per cui risultano spese effettuate per finalità personali e non per attività politiche-istituzionali. Claudio Burlando parte dalla logica per ribadere la linea da adottare nella spinosa vicenda delle spese pazze in Regione e in particolare sulla posizione del suo vice, Nicolò Scialfa, ex capogruppo Idv indagato per peculato dalla Procura di Genova insieme ai colleghi di partito.

“In un caso di questo genere o la persona fa un passo indietro, perché riconosce qualche mancanza o perché valuta di potersi difendere meglio, oppure, se la decisione devo prenderla io, voglio farlo sulla base di elementi certificati”, ha detto oggi il Governatore durante la presentazione del bilancio 2012 del gruppo Pd.

“In otto anni non ho avuto mai amministratori condannati – ha aggiunto – ho sempre detto agli interessati ‘se vi sentite tranquilli andate avanti, se invece ritenete più opportuno dimettetevi’. Per quel che riguarda me, invece, voglio acquisire gli elementi”.

Archiviato il caso Cassini e le dimissioni della Fusco, nel nuovo affaire Scialfa “starà a lui, per quanto mi riguarda farò valutazioni sugli elementi che vedrò nelle prossime ore”. Domani, cioè, alla presentazione del bilancio Idv “vedremo”. Certo è che “se le carte non consentono di capire, non posso attribuire responsabilità senza evidenza, è per quello che è necessario una serie di verifiche”, ha concluso Burlando.

Lo scopo del lavoro che chiede Burlando, ovvero una rendicontazione uguale per tutti e una verifica da parte di un soggetto terzo, è chiarire se i soldi pubblici siano realmente spesi per motivi istituzionali. “La politica deve fare chiarezza prima del lungo processo – ha sottolineato Burlando – e poi, documenti alla mano, se ci fossero stati illeciti i soldi dovrebbero essere restituiti.

“Chiediamo chiarezza – ha ribadito il presidente della Regione – i cittadini in questo momento difficilissimo non tollererebbero la spesa di risorse pubbliche per fini personali, è un reato penale. Ed è nostro dovere capire chi ha fatto e chi non ha fatto”.

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