Genova. Il palazzo, costruito negli anni ’50 direttamente sul greto del torrente Chiaravagna a Sestri Ponente, si erge ancora su via Giotto. Metri e metri di calcestruzzo protesi verso l’alto, come sempre.
La differenza, però, la noti al primo sguardo: è avvolto da ponteggi e teli di sicurezza e la sua mole diminuisce in modo lento, ma inesorabile.
Uno dei simboli della tremenda alluvione che devastò la delegazione del ponente genovese nel 2010 sparisce pian piano. Ci sono voluti anni, decenni, ma poi i lavori sono finalmente partiti. Fine cantiere a metà del 2013.
Tra un tir che fatica a fare manovra e l’abituale traffico del pomeriggio, il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando e il sindaco di Genova Marco Doria, insieme all’assessore regionale all’ambiente Renata Briano e all’assessore comunale ai lavori pubblici Gianni Crivello, hanno effettuato un sopralluogo per constatare lo stato di avanzamento dei lavori.
“La demolizione è un intervento simbolo, ma non è l’unico in corso, la risistemazione del torrente Chiaravagna prevede altri interventi – ha detto Doria -. Per mettere in sicurezza la parte a valle ci sono altre risorse disponibili”.
“E’ stato – ha spiegato Burlando – un lavoro difficile. Abbiamo dovuto convincere ventotto tra famiglie ed attività commerciali ad andare via e a cercare un’altra sistemazione. Non è certo cosa che si può fare tramite la forza pubblica. Pensate che c’erano persone che abitavano qui dal ’53”.
“Il Comune – ha continuato – ha sottoscritto gli accordi necessari con Arte ed ha assegnato l’appalto per i lavori. A metà anno sarà tutto concluso”.
“Si tratta di un momento importante per Sestri, ma gli interventi continueranno sul Chiaravagna e più a mare, ad esempio nella zona della Piaggio. E’ un lavoro importante che deve continuare”.
Non tutto è certamente risolto, ma questo intervento, assieme a quelli che partiranno sul Fereggiano, garantirà maggiore sicurezza dai rischi delle alluvioni.
“Per il Fereggiano bisogna trovare anche altri soldi, ma se potessimo concludere questa vicenda di Sestri e comunqe si potesse mettere in sicurezza anche la zona del Fereggiano, allora – ha concluso Burlando – alcuni tasselli comincerebbero ad andare a posto”.