Liguria. Quattrocentotrentamila euro stanziati dalla Regione Liguria per il nuovo percorso sperimentale di servizio civile regionale che prenderà il via quest’anno.
Lo ha comunicato questa mattina l’assessore regionale alle politiche sociali e giovanili, Lorena Rambaudi nel corso del suo intervento al convegno organizzato dalla Regione Liguria, insieme alla Conferenza Ligure degli Enti di Servizio Civile (CLESC) e all’Università di Genova sul futuro del servizio civile.
Un momento di riflessione per fare il punto sulla partecipazione dei giovani nella società, sull’importante ruolo della rete territoriale degli enti iscritti all’albo regionale e sulle attività e gli interventi realizzati fino ad oggi in Liguria.
Il 31 gennaio è il termine ultimo per l’adesione, da parte degli enti interessati, alla manifestazione d’interesse per partecipare al percorso di co-progettazione.
“Tra gli obiettivi di questo percorso – spiega l’assessore Lorena Rambaudi – diffondere una cultura della sicurezza e della legalità finalizzata al ben-essere sociale, creare una rete territoriale di riferimento sociale permanente e realizzare percorsi formativi, conoscitivi e culturali per promuovere un ruolo attivo dei giovani nel contesto sociale, sia per una collocazione futura che per favorire una risposta non violenta alle situazioni di tensione sociale”.
Istituito nel 2006, il servizio civile regionale ha visto più di 105 progetti finanziati per un totale di 1.700.000 euro impegnati e più di 3.000 giovani coinvolti.
Con la sua istituzione sono stati proposti progetti, da parte degli enti di servizio civile, su tre assi di intervento: azioni rivolte ai giovani dai 16 ai 18 anni attraverso gli istituti scolastici della Liguria, percorsi rivolti ai giovani dai 16 ai 29 anni in esecuzione penale esterna e sottoposti a misure alternative e percorsi rivolti ai giovani dai 18 ai 29 anni a rischio di esclusione sociale con priorità ai non cittadini italiani, in possesso di regolare permesso di soggiorno.
“Come in altri settori – conclude Rambaudi – si sperimenta la forma giuridica dei patti di sussidiarietà. Con questo nuovo metodo gli enti sono invitati a lavorare in rete, in forma collaborativa e non competitiva, tramite una manifestazione d’interesse pubblico, per presentare progetti insieme formando delle imprese temporanee di scopo”.