Genova. Il decreto Salva Ilva viola l’articolo 6 della Carta europea dei diritti dell’uomo (Cedu) “ove è previsto il diritto ad un equo processo” e il Trattato di Lisbona. Lo scrive la Procura di Taranto chiedendo di sollevare eccezione di incostituzionalità della legge.
Quanto all’art.6 della Carta europea dei diritti dell’uomo, “il sostanziale divieto – scrivono i pm – di agire nei confronti dell’impresa inquinante in ordine ai fatti lesivi compiuti nei 36 mesi concessi dalla normativa esclude in radice qualsiasi azione idonea ad instaurare un giusto processo per tali fatti”.
Il Trattato di Lisbona invece, secondo i pm, sarebbe violato dalla legge 231 “nella parte in cui ha modificato i due Trattati fondamentali e cioè quello sull’Unione Europea (Tue) e quello sul funzionamento dell’Unione europea (Tfue)”. In particolare la Procura ritiene che la normativa nazionale violi l’art.191 del Trattato di Lisbona inerente al cosiddetto “principio di precauzione”, cioè l’adozione di “tutte le misure idonee a prevenire il pericolo di danni causati alla salute e all’ambiente anche in situazione di incertezza scientifica”. “A Taranto – scrivono i pm – la fase di rischio è stata già ampiamente superata da anni a causa dell’attività del siderurgico”.