Genova. La notizia che circola in queste ore è che la candidatura di Vittorio Agnoletto, proposto dall’assemblea di Milano di Cambiare si può potrebbe essere a rischio. Ingroia avrebbe dovuto incassare diversi veti, in particolare dall’Idv, e l’ex portavoce del Genova social forum rischia di scivolare, nella lista lombarda di Rivoluzione civile, al quarto posto dopo lo stesso Ingroia, un nome forte della società civile e il presidente dell’Idv Antonio Di Pietro.
Ma il problema, per gli attivisti di Cambiare si può, non riguarda solo Agnoletto: “Al momento girano informazioni, non verificate, che indicherebbero che nessuna proposta proveniente da queste assemblee sarebbe stata candidata in posizione potenzialmente eleggibile” scrive Antonio Bruno, rappresentante genovese di Cambiare si può sulla sua pagina Facebook. Proprio Bruno da Genova una settimana fa si era incontrato con Ingroia per presentare le candidature genovesi del movimento.
Candidature, non solo quelle genovesi, giudicate però probabilmente troppo deboli per essere collocate in una posizione effettivamente “eleggibile” e alle quali verranno preferiti alcuni nomi “forti” della società civile scesi in campo a fianco di Ingroia che, anche a Genova, potrebbero finire al secondo posto dopo quello dell’ex pm di Palermo: Alberto Lucarelli, Margherita Hack, solo per farne due. O lo stesso Agnoletto, che potrebbe essere candidato a Genova anziché a Milano, ma sul quale l’Idv locale (e in particolare i consiglieri comunali rimasti nel partito di Di Pietro) non nasconde un forte mal di pancia.
Se sembra assodato che in Liguria non si presenteranno né l’attuale assessore regionale al Lavoro Enrico Vesco, né il consigliere comunale dell’Idv Stefano Anzalone, resta ferma la candidatura del trentaseienne consigliere municipale Davide Ghiglione, ma non si sa in quale posizione.
In attesa delle decisioni romane, che dovrebbero arrivare domani, però la tensione è senza dubbio alta: “E’ evidente che, al di la’ delle sensibilità soggettive, se questa voce fosse malauguratamente confermata, si aprirebbe una riflessione da parte delle assemblee di “cambiare si può” che potrebbe portare a ripensare al loro coinvolgimento nella campagna elettorale”.