Sarebbero ben 15 le persone coinvolte a vario titolo nel sequestro di Andrea Calevo, l’imprenditore rapito e liberato lo scorso 31 dicembre a Lerici, in provincia di La Spezia. Non si escludono però nuovi sviluppi che possano farne salire il numero.
Rimangono in carcere quattro persone: Simon Halilaj, 23 anni, albanese residente a Sarzana, fermato dopo che ieri la sua abitazione era stata perquisita nel corso del blitz, l’imprenditore Pierluigi Destri, 70 anni nonno di Davide Bandoni, 23 anni, insieme con un secondo albanese, Vla Fabjion.
Uno degli arrestati ha già ammesso le proprie responsabilità, fornendo agli uomini del Ros e dello Sco indicazioni sullo schema organizzativo della banda. Dei quindici nominativi indicati dagli inquirenti, non tutti sarebbero allo stato indagati, ma interrogatori e accertamenti potrebbero in breve portare all’iscrizione dei loro nomi sul registro degli indagati come concorrenti e fiancheggiatori nel sequestro di persona.
“Ho capito che mi stavano liberando perchè hanno fatto molto rumore, mentre di solito durante la prigionia era tutto molto silenzioso – ha raccontato Calevo – quando sono entrati Polizia e Carabinieri ci siamo abbracciati ed è stata una emozione incredibile. Gli investigatori mi hanno subito portato a casa, dove mia mamma aveva scoperto che mi avevano liberato dalla tv. Quando sono arrivato ci siamo abbracciati con lei e mia sorella”.
“Non ho assolutamente capito chi erano – ha continuato – e non conoscevo nemmeno Destri. Mi hanno detto che è un mio cliente, ma non l’ho mai conosciuto. Non ho mai avuto problemi con clienti e con nessuno. Abbiamo avuto sempre degli ottimi rapporti con chiunque e nella mia vita è la prima volta che mi capita una scorrettezza da parte di qualcuno. Non ho mai avuto nessuna minaccia e nessuna ritorsione e non ho mai litigato per questioni di soldi”.