Genova. Ottanta anni e la comicità graffiante di sempre. Paolo Villaggio festeggia il compleanno a modo suo, distribuendo, come sua abitudine, concetti forti e tanta ironia.
Arrivato presso il salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi alle 18 per la festa in suo onore organizzata dal Comune di Genova, Villaggio si consegna ai cronisti parlando soprattutto di giovani e di crisi.
“La condizione dei giovani – spiega – non è colpa della mia generazione. Venivamo dalla guerra, il Paese era distrutto, ma in quindici anni siamo diventati una potenza industriale”.
“Poi è arrivato il benessere ed il benessere vizia tutti. Tutta la cultura occidentale è in crisi: la nostra cultura non crede più nell’aldilà, si vive solo per potere, soldi e fama. Tutto sta cambiando e bisogna rimboccarsi le maniche: ai giovani dico di andare in Cina. Non sapete il cinese? E i vostri trisavoli forse sapevano l’americano?”.
Dalla condizione giovanile alla politica il passo è breve e l’equazione di Villaggio piuttosto semplice: se le nuove generazioni sono in crisi, allora c’è bisogno di un cambiamento radicale.
“Andrò a votare Grillo. E’ un mio amico – continua Villaggio -, è una persona intelligente, ma soprattutto forse è l’unico che rappresenta un cambiamento vero in una classe politica che pensa solo al presente. Nessuno parla del futuro. Dicono che è un comico. Perché Berlusconi non è comico?!”.
Spazio, infine, ai ricordi: “Genova negli ultimi anni è migliorata: oggi ho fatto un giro con figli e nipoti e ho visto posti molto belli. Ho rivissuto in mezz’ora una vita intera. Mi ha fatto impressione”.
Poi si volta e si rivolge direttamente al sindaco Marco Doria: “Ma lei come porta male i suoi anni!”. Sorrisi e applausi: Paolo Villaggio spegne ottanta candeline.