Liguria. Sono dati tutt’altro che incoraggianti quelli che emergono dall’annuario statistico della Regione Liguria, che vede un calo della popolazione e un aumento della disoccupazione.
“Si tratta di un lavoro importante per capire l’economia, gli andamenti demografici, le prospettive e le criticità della Liguria – esordisce l’assessore regionale Pippo Rossetti – Genova, ad esempio, va sotto i 600 mila abitanti e la realtà ligure in generale vede aumentare le famiglie monoreddito. Questo significa un aumento della fragilità delle relazioni fra persone”.
Dai dati analizzati si intravedono in parte gli scenari che poi hanno caratterizzato l’anno appena trascorso. “Il 2011 tiene sui livelli occupazionali, ma ci sono già i segnali di quella che sarà la difficoltà dell’economia sul 2012, con un dato che riguarda i giovani molto preoccupante – prosegue Rossetti – Il turismo ha tenuto grazie alla presenza degli stranieri. Per quanto riguarda la situazione demografica, invece, è davvero critica. L’immigrazione, infatti, non consente di tenere i numeri degli anni precedenti. Di fatto, quindi, abbiamo un tasso di crescita negativo che non riesce ad essere colmato dai flussi migratori, che anche per la crisi sono poi diminuiti”.
Per porre rimedio a tutto questo ci sono possibili soluzioni, ma non facilmente realizzabili in questo momento di crisi. “Bisognerebbe riuscire a tutelare il lavoro femminile e sul piano economico dobbiamo difendere i posti di lavoro, l’industria e dare maggiore sostegno alle politiche di sostegno del turismo, che rappresenta uno dei punti di forza della nostra Regione”, conclude Rossetti. .
Dati allarmanti, che riguardano ovviamente anche il comparto commerciale. “La Regione perde popolazione e abbiamo anche un minor numero di immigrati, quindi lascio leggere questi dati a chi è competente più di me. E’ ovvio, però, che tutto questo ha risvolti anche sul comporto commerciale e sull’economia del territorio – spiega Patrizia De Luise, presidente Confesercenti Genova – Emerge poi un altro dato, ovvero la fragilità delle famiglie, visto che sono in aumento quelle monoreddito. Occorre fare interventi mirati per sviluppare occupazione, che vuol dire anche intervenire sul tessuto produttivo del territorio. Per quanto riguarda noi, ogni negozio che chiude significa preziosi posti di lavoro persi”.
Per la presidente di Confesercenti non bisogna perdere tempo e dello stesso avviso è Luciano Pasquale, presidente di Unioncamere Liguria. “Nel 2011 si avvertiva una possibile ripresa, che in parte c’è stata, ma purtroppo non è stata confermata nel 2012 – spiega – I problemi, infatti, si sono aggravati, soprattutto per quanto riguarda il lavoro e l’occupazione. Bisogna uscire dalla parole e passare ai fatti, consentendo alle imprese e a chi vuole investire di poter realizzare rapidamente i propri progetti. Per fare questo, quindi per creare sviluppo e occupazione, bisogna ridurre la burocrazia”.