Taranto. Arriva l’ennesimo no al dissequestro dei prodotti finiti giacenti sulle banchine del porto di Taranto. La richiesta dell’Ilva era di revocare il sequestro preventivo dei prodotti finalizzando il ricavato della vendita al pagamento degli stipendi e alle opere di ambientalizzazione previste dall’Aia. Il provvedimento è in fase di notifica all’azienda a Milano.
La richiesta era stata avanzata dall’Ilva il 22 gennaio scorso sulla base della legge 231 ‘Salva-Ilva’. La merce sotto sequestro, secondo l’azienda, ammonta ad un milione e 800 mila tonnellate circa per un valore commerciale di un miliardo di euro.
“Nessuna norma dell’ordinamento giuridico – scrive il Gip – contempla la possibilità di una restituzione di beni sottoposti a sequestro preventivo, per giunta in favore di soggetti indagati proprio per i reati di cui i beni sottoposti a vincolo costituiscano prodotto, sulla base di esigenze particolari o dichiarazioni di intenti circa la destinazione delle somme ricavabili dalla vendita dei beni, che vengano ad essere dedotte dall’interessato”.