Genova. Dodici parlamentari eleggibili in Liguria (otto alla Camera, quattro al Senato nella migliore prospettiva) di cui otto scelti direttamente dal popolo delle primarie. E’ questa la “squadra forte e competente” presentata oggi dal Pd ligure al gran completo “fiero di averla presentata per primi”, grazie “a una scelta saggia del gruppo dirigente nazionale, le primarie”.
Sedici in tutto i candidati in lista alla Camera: capolista Andrea Orlando, poi Anna Giacobbe, Mario Tullo, Lorenzo Basso, Raffaella Mariani, Marco Meloni (nazionali), Mara Carocci e Luca Pastorino in ottava posizione, la più a rischio. Seguiti da Franco Vazio (che potrebbe aspirare allo scranno solo se Orlando diventasse sottosegretario), Marina Costa, Sara di Paolo, Peri Daniela, Paola Sisti, Alessandro Devenuto, Leandro Faraldi e Riberta Magioncalda.
Otto in Senato: capolista Donatella Albano, seguita da Roberta Pinotti, Massimo Caleo (che subentra a Orlando), Paolo Guerrieri (nazionale) e, Vito Vattuone (possibile primo dei non eletti, per rendere merito al Tigullio, tagliato fuori dalle primarie), Michela Marcone, Marco Russo e Carla Olivari Flick.
“Sui dodici eleggibili, otto sono scelti dagli elettori Pd che nelle vacanza di Natale non sono andati in ferie ma a votare, in tantissimi, i loro candidati”, ha detto oggi il segretario provinciale Giovanni Lunardon. A questi si sono aggiunte tre figure nazionali “di grande rilievo” (i paracadutati) e nonostante qualche maldipancia degli stessi liguri: Paolo Guerrieri, economista di fama e docente rinomato, “ci aiuterà ad articolare un messaggio chiaro – ha sottolineato Lunardon – perché le politiche industriali devono tornare al centro dell’agenda di governo”. Il primo pensiero va ad Ansaldo. “Non vogliamo che venga venduta, inoltre questo consiglio di amministrazione non è legittimato a farlo, non c’è più il governo”, ha detto tranchant il segretario dei democratici genovesi. Su questo, è la promessa di Piazza della Vittoria “daremo battaglia serrata” perché Ansaldo “rimanga patrimonio di Finmeccanica, della Liguria e del Paese”.
Poi Raffaella Mariani, già capogruppo in commisione trasporti “con grande esperienza sul tema difesa del suolo e dell’assetto idrogeologico”. “In una regione come la nostra, martoriata dalle alluvioni, ci aiuterà molto”. E poi Marco Meloni, ricerca e innovazione. “Il pensiero va a Erzelli e IIT, per rinnovare il nostro tessuto produttivo”, ha spiegato Lunardon.
E anche se la campagna elettorale sarà all’insegna di umiltà e sobrietà, dati i tempi bui della crisi, “qui in Liguria ci dovranno inseguire”, ha lanciato la sfida Lunardon.
Nessuna intenzione, invece, di aprire discussione su assetti e rimpasti, date le probabili dipartite verso Roma e gli scenari da riaprire in Regione e a Tursi. “Non ora, vogliamo occuparci solo dei contenuti della nostra campagna elettorale – ha rimandato al mittente Lunardon – gli assetti li gestiranno i capi delle amministrazioni, vedremo chi sarà eletto e solo dopo tireremo le somme”. Adesso “con umiltà e sobrietà, dobbiamo recuperare la grande distanza tra società e politica per tirare fuori la Liguria dalla crisi”, ha concluso il segretario genovese.
“Siamo una squadra coesa – ha confermato Lorenzo Basso, in corsa per lo scranno parlamentare – miriamo ad un risultato non per il Pd ma per il paese. Noi ci candidiamo a governare l’Italia e dare una risposta forte ai temi del lavoro e del disagio sociale”.
Il Pd è cresciuto anche e soprattutto in Liguria. “Speriamo di lavorare ancora meglio con un governo nazionale che finalmente affronterà temi che l’esecutivo di Berluscono non ha voluto o saputo affrontare”.