Economia

Editoria, stato di crisi in Liguria. Cgil: “Pericolo per la democrazie e la libertà”

sciopero generale cgil Serena Sorrentino

Genova. “La crisi economica che sta attraversando il Paese non ha risparmiato né Genova, né la Liguria; non passa giorno in cui la Cgil non denunci gravi situazioni di disagio in tutto il mondo del lavoro. Spesso si tratta di denunce pubbliche che vengono portate all’attenzione collettiva dai media e il pubblico non sa che proprio quel mondo che descrive le tragiche condizioni di chi ha perso il lavoro è, a sua volta, in grave crisi”.

Il dito della Cgil è puntato sullo stato di crisi in cui versa anche l’editoria in Liguria. “Il nuovo anno purtroppo ha portato con sé cattive notizie per quanto riguarda alcune realtà radiofoniche locali: Babboleo news ha dovuto far ricorso agli ammortizzatori sociali; Radio 19 ha licenziato gran parte dei propri dipendenti e a tutt’oggi vive una situazione incerta, altre realtà del settore sono in sofferenza. Stiamo vivendo un periodo di impoverimento economico e sociale collettivo pesantissimo che colpisce direttamente i lavoratori e che rappresenta una dispersione di valore professionale altissima. La crisi del mondo dell’informazione rappresenta un costo enorme per la democrazia che difficilmente viene recuperato. Il recente passato lo ha dimostrato con la vicenda di Telecittà quando Genova non seppe salvare una emittente che aveva contribuito a fare e a raccontare la sua storia”.

“Le lavoratrici e i lavoratori che operano nel mondo dell’informazione – continua la Cgil – lavorano in un settore tra i più colpiti dalla crisi, caratterizzato da una elevata precarietà e dove sussistono variegate tipologie contrattuali utilizzate in maniera diversa da editore ad editore. Spesso purtroppo questo utilizzo differenziato delle varie tipologie contrattuali, non solo viola la ragione per cui tali tipologie sono nate, ma crea una vera e propria distorsione del mercato con inevitabile ricadute negative per gli operatori economici corretti e per le lavoratrici e i lavoratori che sovente si vedono negare i più elementari diritti”.

“Come Cgil confederale e di categoria – conclude il sindacato – non possiamo che essere particolarmente preoccupati di questa situazione che determina o la chiusura di canali informativi o il ricorso, per la prima volta, ad ammortizzatori sociali per far fronte alla crisi con un conseguente peggioramento sia delle condizioni economiche dei dipendenti del settore, che della pluralità dei media a disposizione dei cittadini e del ruolo di garante della democrazia che la Costituzione ha riservato all’informazione nel nostro Paese”.

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