Nonostante i saldi, la crisi si sente anche tra i banchi dei mercati italiani. “I saldi dei venditori ambulanti non stanno andando bene, sia per l’abbigliamento che per le calzature.
Un dato che, sommato al peso delle tasse, al proliferare dei mercatini della domenica e alle vendite a chilometro zero dei coltivatori, vanno ad alimentare i problemi della categoria”, dice a Labitalia Maurizio Innocenti, presidente nazionale Anva, il sindacato di categoria dei venditori ambulanti di Confesercenti.
“La crisi – ammette – si sente anche nel commercio ambulante, che presenta percentuali di ribasso, per i saldi, identiche a quelle dei negozi”. “Il picco – afferma – c’è stato solo il primo giorno di apertura dei saldi, ma solo perchè coincideva con il sabato. Il ritmo sostenuto di acquisti, infatti, si è concentrato solo nel primo giorno, per poi diminuire in seguito”.
“E’ il Nord – ricorda Innocenti – la zona a registrare il maggior successo di vendite in questo periodo di saldi. In particolare, a farla da padrone sono Lombardia, Veneto e una parte della Toscana”. categoria degli ambulanti chiede maggiore attenzione dal punto di vista fiscale e burocratico. Quello delle tasse sta diventando un peso difficile da sopportare per gli ambulanti, che – auspica – meritano di essere considerati perchè contribuiscono ad aumentare il Pil e non perchè evadono”.
“I Comuni – avverte Maurizio Innocenti – devono capire che è necessario evitare forme non corrette di concorrenza, come i mercatini inventati da commercianti improvvisati privi del registro di cassa. Per non parlare dei coltivatori diretti che minano il settore. I mercatini a ‘chilometro zero’ in città, infatti, mettono a rischio la sopravvivenza non solo dei negozi tradizionali ma anche degli operatori su aree pubbliche”. “La rete degli ambulanti che in Italia conta oltre 180 mila operatori – ribadisce Innocenti – deve rispettare tutta una serie di normative igienico-sanitarie e obblighi fiscali cui il ‘chilometro zero’ non è sottoposto. In passato, tra l’altro, i mercatini si svolgevano una volta al mese, adesso sono diventati appuntamenti settimanali, diventando così una vera e propria concorrenza sleale”.