Economia

Centrale del Latte di Genova: un big della logistica per le aree di Fegino. A febbraio vertice con Parmalat

Genova. Attività logistiche al servizio di porto e aeroporto dove, fino a pochi mesi fa, si imbottigliava il latte. Potrebbe essere questo il futuro dell’area di Fegino dove sorgeva la Centrale del Latte di Genova, chiusa lo scorso ottobre da Parmalat-Lactalis.

Si è infatti tenuto oggi nella sede del Consiglio regionale della Liguria l’incontro tra istituzioni, Comune di Genova e Regione, e rappresentanti dei lavoratori. Attiva soprattutto nel settore aeroportuale, multinazionale solida già presente a Genova con in programma l’espansione delle proprie attività sotto la Lanterna (tanto da aver già individuato in passato un possibile sito a Voltri): questo l’identikit del soggetto intenzionato a subentrare nella proprietà delle aree.

Il nome non è stato ancora reso noto, ma la prospettiva appare piuttosto concreta, se – come ha spiegato l’assessore regionale alle attività produttive Enrico Vesco – “l’azienda ha già assegnato ad uno studio tecnico uno studio di fattibilità di un intervento in quell’area”.

“Ora – ha concluso Vesco – occorre ragionare con i lavoratori: l’impegno è comunque che vengano ricollocati in quell’area anche se in attività diversificate. Bisogna aprire un tavolo di confronto con la proprietà”.

Uno, soprattutto, il nodo da sciogliere: quello del valore delle aree. Parmalat, lo ha ribadito ieri in un incontro con i sindacati, spinge perché si realizzi l’ipotesi “centro commerciale”, eventualità esclusa da Comune e Regione, ma che porterebbe un ingente ritorno economico per il colosso del latte. Somma che difficilmente sarà eguagliata nella possibile offerta presentata dalla multinazione della logistica.

Rimane quindi da vincere la resistenza di Parmalat e proprio per questo le istituzioni apriranno con l’azienda un tavolo di discussione nei primi giorni di febbraio. Risolto invece il problema della formazione degli ex dipendenti della Centrale: se ne farà carico la Regione.

Tra i sindacati prevale un cauto ottimismo, perché – spiega Luigi Ferrari della Cisl – “siamo già stati bruciati due volte e vorremmo ora avere la sicurezza che ci sia qualcosa di concreto. Rispetto alle altre volte qualche dettaglio in più c’è ed in effetti Genova avrebbe bisogno di un’attività del genere. Prima di metterci la firma, però, c’è ancora tanto da lavorare. Apprezziamo comunque l’impegno delle istituzioni”.

“Vogliamo approfondire il progetto. Sembra – ha concluso Fabio Allegretti, Cgil – si parli di soggetti seri. Ieri intanto l’azienda ha di nuovo ribadito che verso metà febbraio saranno pronti a presentare il progetto per dedicare l’area a centro commerciale e a ricevere eventuali controproposte. Vedremo”.

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