Genova. Otto interpellanze e una mozione. “Un ordine del giorno un po’ poverino”, si sussurrava oggi fra i corridoi di Tursi. Mentre i lavori del consiglio comunale procedevano a ritmi lenti e piuttosto annoiati, fuori dall’Aula Rossa nascevano repentine riunioni improvvisate per preparare il campo ai lavori della settimana pre natalizia, con un consiglio doppio convocato per martedì e mercoledì.
“Non vorrei che ci stessimo trasformando in una rubrica della settimana enigmistica del tipo ‘strano ma vero’, o anche ‘forse non tutti sanno che’ – commenta caustico Paolo Putti, capogruppo 5 Stelle – Quello che temo è che arrivino tra capo e collo 4-5 delibere, da approvare con urgenza, pena fine del mondo dei Maya, ma di cui non abbiamo avuto materiale e che non abbiamo potuto approfondire”.
Manca una reale pianificazione, denuncia il Movimento. “Ad esempio non capiamo come mai si decida all’ultimo di vendere alcune farmacie quando non sappiamo ancora i dati economici per poter eventualmente suggerire strade alternative, come la funzione di consigliere dovrebbe”.
“La strategia di non far nulla per mesi per poi dover approvare tutto velocemente non l’accettiamo – rincara Putti – altrimenti noi il prossimo consiglio ce ne andiamo. Il nostro obiettivo è fare il bene della città, con i giusti strumenti per aiutare la giunta anche criticandola. Su questo saremo duri, non ci sono motivi per privatizzare le farmacie in pochi giorni, quando c’era il tempo per lavorare con i consiglieri ad altre soluzioni”.
Da più di un mese il consiglio lavora così, senza delibere fino a Natale, con un atteggiamento che l’altra parte di opposizione non stenta a chiamare “truffaldino”, frutto di una politica che, “ancora una volta vuole ingannare i cittadini, anzichè avere un confronto leale nelle sedi istituzionali, dando tempo ai consiglieri e alla città di apprendere quella che è la volontà di sindaco e giunta eletti mesi fa”.
Ad esempio “invece di parlare del fatto che rischiamo di non avere più la convenzione tra ferrovie e Amt per il biglietto integrato, la Giunta non ha niente da dire e non porta nessun provvedimento all’attenzione di noi consiglieri – attacca Edoardo Rixi capogruppo Lega Nord – credo che sia un modo sbagliato di gestire un Comune come quello di Genova, soprattutto in un momento di crisi in cui i cittadini si vedono diminuire i servizi senza avere delle risposte da parte della politica”.
Grida allo scandalo Lilli Lauro: “Se non c’è niente su cui fare opposizione siamo disorientati e molto preoccupati. Non facciamo quello che dovremmo cioè alzarci e andarcene, perché forse non è produttivo e soprattutto in questo momento la città non lo capirebbe”.
L’appello ai cittadini è “di non starsene a tutto questo malcostume”. Questo è “lo scandalo: loro decidono tra quattro mura e non ritengano che la democrazia sia in Aula Rossa, dove noi siamo stati eletti per questo”.
Tocca al presidente del consiglio Giorgio Guerello lanciare acqua sul fuoco: “l’opportunità è che le delibere vengano approvate, previo dovuto approfondimento in commissione. Come è successo anche negli altri anni avremo delibere per fine anno, quindi ho pensato di convocare il consiglio sia martedì sia mercoledì prossimo per fare una discussione approfondita e non obbligata”.
Nelle ultime sedute del 2012 l’Aula Rossa si esprimerà sicuramente su una modifica regolamentare, sulla mozione della viabilità di Borzoli e sulla vendita delle farmacie comunali. Le altre delibere di giunta “sono preannunciate ma devono passare dalle commissioni”. Tra queste, si mormora nei corridoi, potrebbe esserci anche quella sull’ex ospedale Martinez e quella sullo smarino del Terzo Valico. “Ne ho sentito parlare ma documentalmente non ho visto niente – conclude Guerello – quando arriverà la metterò all’ordine del giorno”.