Genova. Se la Procura di Genova sta per mandare a processo per ingiurie e violenza privata 25 persone per le contestazioni all’ad di Trenitalia Mauro Moretti, che venne a Genova il 9 settembre 2011 per partecipare a un dibattito alla festa del Pd, la procura di Lucca sta per dare il via a un processo di peso ben maggiore e ha appena deciso proprio per l’ad di Trenitalia di chiedere il rinvio a giudizio.
Se la richiesta verrà accolta il numero uno delle Ferrovie dello Stato Mauro Moretti quindi dovrà affrontare (insieme ad altri 31 indagati) un processo per omicidio colposo plurimo e disastro ferroviario colposo.
La sera del 9 settembre 2011, a poco più di due anni dalla strage di Viareggio, Moretti arrivò scortato per partecipare a un dibattito sull’alta velucità, dibattito però annullato a causa delle contestazioni da parte di un gruppo di No Tav: molte urla e altrettanti insulti, che constrinsero l’ad di Trenitalia a una precipitosa fuga da Genova, protetto dalla polizia oltre che dalla scorta di Rfi. Ma a Genova quella sera non c’erano solo gli antagonisti genovesi a contestare Moretti, bensì anche un nutrito gruppo di parenti delle vittime della strage, arrivati in pullman per una manifestazione assolutamente pacifica: chiedevano giustizia per i loro morti, con le foto delle 32 persone decedute nell’incidente ferroviario del 29 giugno 2009.
Tra loro anche Riccardo Antonini, dipendente (allora) di Rfi in qualità di tecnico della manutenzione e consulente di parte civile nell’incidente probatorio sulla strage, poi licenziato da Trenitalia proprio per il suo ruolo di consulente.