Genova. Tutte le battaglie dei lavoratori non sono servite a nulla e si chiude tristemente una pagina di storia di Genova. Oggi alle 16, infatti, il portinaio chiuderà per sempre il cancello della Centrale del Latte.
Un altro momento difficile per chi in quello stabilimento ha lavorato per anni e lo scorso 5 ottobre ha visto produrre l’ultima bottiglia di latte Oro, il latte dei genovesi, appunto.
Ora l’obiettivo resta soltanto uno, ovvero garantire l’occupazione dei lavoratori. Negli scorsi mesi sono stati diversi gli incontri in Regione e con le altre istituzioni proprio per affrontare questo delicatissimo argomento.
Un grave problema, che tra l’altro non riguarda soltanto i lavoratori diretti, che saranno in cassa integrazione per due anni, ma anche l’intera filiera. Sono ben 300, infatti, le aziende coinvolte, a livello provinciale, per 60 quintali di latte prodotto all’anno.
Intanto, durante l’ultimo incontro tra azienda, istituzioni locali e sindacati, l’assessore regionale al Lavoro, Enrico Vesco, ha precisato che resta ferma la posizione delle istituzioni locali di fronte alla nuova richiesta da parte di Lactalis di ottenere il cambio di destinazione d’uso per l’area dell’ormai ex centrale del latte.
“Continuerà ancora la ricerca di un imprenditore in grado di investire sul sito della Centrale del latte che deve rimanere ad uso industriale”, hanno precisato le istituzioni. La proposta presentata dall’azienda di un centro commerciale da insediare sul sito non convince gli amministratori liguri, anche perché risulterebbe in contrasto con le pianificazioni attuali urbanistiche e commerciali sia regionali che comunali.