Rossi stecca la prima. La Lazio batte la Sampdoria al Ferraris. Palombo in panchina

jonathan rossini sampdoria

Stadio Luigi Ferraris La prima di Delio Rossi sulla panchina blucerchiata, la prima convocazione per Angelo Palombo. L’inizio di una nuova era, di un nuovo campionato. L’esonero di Ciro Ferrara e le dimissioni di Pasquale Sensibile sembrano già storia vecchia. La coreografia nella Sud, i cori per Palombo e le ovazioni per il nuovo tecnico fanno da antipasto alla sfida del campo. Sampdoria contro Lazio, in ballo 3 punti che valgono un Natale di serenità.

I blucerchiati scendono in campo con il 4-3-1-2. La difesa è quella di sempre: Gastaldello e Rossini in mezzo, Costa e Berardi sulle fasce. Davanti a loro ecco il terzetto composto da Munari, Obiang e Krsticic. È Poli a supportare Icardi ed Eder. Solo panchina per Maresca.

Nicola Rizzoli fischia, si parte. Sono gli ex genoani Konko e Biava a cercare il colpaccio. I blucerchiati non si fanno mettere sotto e al 3’, con Icardi, costringono Marchetti alla deviazione in angolo. Un’iniezione di fiducia, la Samp prende coraggio a qualche minuto più tardi si rende pericolosa con un bolide dai 30 metri di Rossini.

E non finisce qui, c’è spazio anche per il bel gioco. Palla in mezzo di Obiang, velo di Eder che favorisce la sponda di Munari per lo stesso brasiliano che calcia di prima intenzione costringendo il portiere biancoceleste al miracolo.

La replica ospite è nel destro di Lulic che si spegne alto sul fondo. Troppo lungo il suggerimento di Obiang per Eder appostato nel cuore dell’area laziale. Provvidenziale la chiusura di Berardi su Lulic. A un intervento epico segue un erroraccio che costa caro. Il 19 della Lazio se lo beve e crossa teso in mezzo, il pallone in qualche modo arriva a Hernanes: la sua conclusione, capace di infilarsi tra Romero e Gastaldello, vale il vantaggio degli uomini di Petkovic.

Il Doria cerca di reagire ma si affida troppo spesso al lancio lungo per Icardi che puntualmente diventa preda della difesa biancoceleste. A salve le punizioni di Eder da una parte e di Hernanes dall’altra. Ben più pericolosa la capocciata di capitan Gastaldello su angolo di Costa: la mira però, non è quella dei giorni migliori. Il primo tempo finisce qui.

Krsticic resta negli spogliatoi, Delio Rossi butta nella mischia Soriano. Meno di un minuto e il nuovo entrato si becca un giallo. La prima conclusione della ripresa è griffata Munari, Marchetti blocca. Altro cambio per i blucerchiati: fuori Berardi, dentro De Silvestri. Nei primi venti minuti della ripresa non succede nulla. Bisogna inventarsi qualcosa e il tecnico blucerchiato decide di spendersi l’ultimo cambio: Pozzi per Icardi. Della brillantezza dei primi minuti del match non c’è più traccia, la noia regna sovrana. Così come lo scoramento sugli spalti tinti di blucerchiato.

Pozzi sveglia tutti dal torpore: bell’uno-due con Soriano e bomba dalla distanza che sibila vicino al palo della porta difesa da Marchetti. Inguardabile la replica di Ledesma. Altrettanto brutta la conclusione a giro di Poli. I laziali tirano acqua al proprio mulino, perdono tempo ogni volta che possono. Ogni fallo diventa il pretesto per rimanere “doloranti” a terra.

La Samp è tutta in avanti, la Lazio si affida al contropiede. Al 40’ Klose smarca Konko ma il recupero di Rossini concede alla Samp altri 5’ (più recupero) di caccia del pareggio. L’arbitro decreta 5’ di extra-time. Minuti nei quali la Lazio sfiora il bis con Floccari: miracoloso l’intervento di Gastaldello. In avanti i blucerchiati non riescono a pungere, l’ultimo sterile tentativo è di Poli. Il triplice fischio è una condanna.

Adesso la sosta. Delio Rossi avrà modo di lavorare sul campo, di conoscere i giocatori che si ritrova fra le mani, di far rinascere la Sampdoria. Impensabile credere che potesse riuscire a trasformare la squadra in un paio di giorni. Il tempo è dalla sua parte.

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