Genova. Il giorno 20 dicembre 2012 l’Ospedale Evangelico Internazionale ha esposto alla RSU ed alle OO.SS il progetto di apertura dell’Unità di Crisi.
In base a quanto è stato riferito l’assessorato alla Salute della Regione Liguria ha chiesto all’Ospedale Evangelico Internazionale la disponibilità ad aprire l’Unità di Crisi, per fare fronte all’emergenza influenzale, dal 7 gennaio al 28 febbraio 2013.
L’OEI ha dato la propria disponibilità a condizione che vengano date, dalla Regione, due deroghe di assunzione per personale infermieristico e due per OSS, tutte a tempo determinato.
“L’azienda ci ha comunicato che se si farà questa operazione, verranno temporaneamente spostati sei infermieri dal Pronto Soccorso all’Unità di Crisi e 6 OSS dai reparti (uno per reparto) – spiega la Rsu – Riteniamo questo progetto inaccettabile. Questa operazione, infatti, determinerebbe gravi ricadute sull’organizzazione e sulla qualità delle prestazioni erogate dal Pronto Soccorso, maggiori disagi all’utenza e un aumento rilevante dei rischi per gli operatori”.
Rischi che non sono solo professionali, ma che riguardano anche l’incolumità fisica data l’assenza di un posto di Polizia, all’interno del PS e l’accesso incontrollato al Pronto Soccorso stesso.
“Si determinerebbero, con conseguenze analoghe, ricadute fortemente negative nei reparti dove la strutturale carenza degli OSS già ora mette alla prova l’impegno e la professionalità di tanti operatori. Il Pronto Soccorso di Voltri, ricordiamo unico Pronto Soccorso da Sampierdarena a Savona, riesce a fornire l’assistenza necessaria all’utenza superando le difficoltà grazie al continuo impegno ed alla professionalità dei professionisti coinvolti”, proseguono i lavoratori.
Secondo quanto spiega la Rsu, infatti, l’ipotesi avanzata mette a rischio tutto ciò, prevedendo la riduzione dagli attuali tre infermieri presenti nel turno notturno a due. E la contestuale riduzione di personale infermieristico e OSS negli altri turni, al P.S. e nei reparti di degenza.
“Possiamo condividere l’ipotesi regionale di aperture dell’Unità di Crisi ma questa non può avvenire senza risorse. Non bastano due infermieri e due OSS in più. Se l’Azienda ritiene di potere attivare un nuovo servizio deve porre la condizione che vengano concesse dalla Regione le necessarie deroghe pari a tutto il personale in più che serve. Per essere chiari: 8 Infermieri e 8 Operatori Socio Sanitari – concludono – Ricordiamo anche all’azienda, nel fare ipotesi riorganizzative (temporanee o definitive) che esistono i minimi assistenziali relativi ai diversi servizi”.