Liguria. “La Svolta” è il nome dell’indagine che sta portando avanti coordinata la Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Genova e riguarda la “Locale” di Ventimiglia, ma potrebbero essere coinvolti anche alcuni genovesi, benché la Procura non abbia dato nessuna conferma in merito.
L’operazione ha preso il via questa mattina all’alba, quando sono entrati in azione 200 carabinieri e un elicottero dell’Arma, atterrato sulla piazza del Comune a Ventimiglia per portare via documenti. Le misure cautelari, in totale 15, sono state emesse nei confronti di capi e gregari dell’organizzazione criminale per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, usura, detenzione di sostanze stupefacenti ed armi.
Le indagini sono partite nel marzo del 2010 ed hanno permesso di svelare l’operatività dell’organizzazione mafiosa, i rituali di affiliazione, il controllo del territorio, i collegamenti con le cosche calabresi dei Piromalli, Alvaro e Pelle. Sono così emerse le capacità di influenzare le competizioni elettorali a livello locale, i rapporti con la politica, gli interessi economici. Tra gli arrestati ci sono anche il presunto capo della cosca di ‘ndrangheta Giuseppe Marcianò, il figlio Vincenzo e un nipote, Omar Allavena, Giuseppe Gallotta, Antonio Palamara, Giuseppe Scarfò, Annunziato Rosi, Federico Paraschiva, Salvatore Trinchera, Giuseppe Cosentino, Filippo Perlì, Rosario Ambesi, Maurizio e Roberto Pellegrino.
“Il radicamento nel ponente è molto forte e assume forme a volte anche diverse da quelle tradizionali – spiega il Procuratore di Genova, Michele Di Lecce – parliamo della cosiddetta Locale di Ventimiglia, che continua ad operare anche ora, mantenendo con la Calabria rapporti costanti, essendo le varie famiglie proveniente da quei luoghi. Si tratta di un collegamento che può avere varie forme, per esempio dare ospitalità ai ricercati, dare supporto ad altri, operare in aiuto o per la realizzazione dell’ ingresso dell’organizzazione anche nell’economia legale”.
Il legame con la politica è uno dei temi ancora oggetto di indagine. “Un filone non preso ancora espressamente in considerazione in questa misura – prosegue il Procuratore – E’ difficile, però, pensare che sia possibile entrare in rapporto con forze produttive del territorio senza avere qualche legame con esponenti delle amministrazioni locali”.
“La storicità dell’ ‘ndrangheta nel ponente è ormai cosa nota. L’esistenza della Locale di Ventimiglia, infatti, è risalente a diversi anni fa – spiega il magistrato Anna Canepa, responsabile Dna per Liguria e Lombardia – la difficoltà è quella di dare una lettura complessiva ad episodi che singolarmente non hanno significato, ma che inseriti in un contesto come quello che sta emergendo da questa misura cautelare, ha una grande valenza. Bisogna comprendere appieno il fenomeno per combatterlo adeguatamente”.