Sindacati divisi sui metalmeccanici, mentre la Fiom ha indetto due giorni di sciopero, i rappresentanti di Cisl e Uil hanno siglato l’intesa con gli industriali.
“Oggi – si legge in una nota di FIM CISL e UILM UIL con FEDERMECCANICA-ASSISTAL – dopo quattro mesi di trattativa, senza un’ora di sciopero e prima della scadenza, è stata raggiunta, l’ipotesi di rinnovo del Contratto Nazionale dei Metalmeccanici 2013/2015. L’intesa interessa oltre 1milione e 600mila lavoratori metalmeccanici. L’aumento medio salariale definito è di 130 euro. Ritoccata in alto anche la quota dell’elemento perequativo – pari a 485 euro l’anno – destinata ai lavoratori che non godono della contrattazione aziendale. Inoltre sono state aumentate le maggiorazioni per i turni notturni, le indennità di trasferta e di reperibilità.
Sul fronte del welfare contrattuale, l’accordo prevede anche la crescita del contributo delle imprese al Fondo sanitario integrativo mèta Salute, che arriverà fino a 108 euro l’anno entro il 2015. Importanti avanzamenti sono stati raggiunti anche sul piano normativo, in particolare sulla tutela della malattia: aumentano i periodi pagati al 100%, mentre i periodi oggi pagati al 50% vengono innalzati all’80%; inoltre trascorsi 61 giorni, ogni nuovo evento viene considerato a se stante, e quindi non cumulabile con le malattie precedenti come era previsto nel vecchio contratto, la cui regola precedente che penalizzava le malattie brevi effettuate nei tre anni è stata modificata. Da oggi infatti sarà calcolata sull’anno e prevede penalizzazioni a partire dal quarto evento breve (cinque giorni).
Sulla questione dell’orario di lavoro, “si è realizzato uno scambio tra esigenze individuali dei lavoratori e le necessità di flessibilità aziendale richieste dal mercato, uno scambio garantito da precise procedure. E’ prevista la possibilità di flessibilità in entrata e uscita dal lavoro che va incontro alle esigenze familiari. Vengono aumentati di 16 ore annue i limiti previsti oggi per l’orario plurisettimanale e lo straordinario, consentendo alle aziende un mix tra questi due istituti contrattuali (fino a 120 ore annue), ma con precisi limiti. Tale ulteriore disponibilità viene retribuita con una maggiorazione del 58%. Inoltre, l’intesa amplia la possibilità dell’utilizzo individuale dei permessi (par) e consentito nei casi di malattie di figli o familiari di utilizzarli senza preavviso all’azienda”.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro “si è provveduto agli adeguamenti sollecitati dalla recente riforma Fornero, in particolare sull’apprendistato e sui contratti a tempo determinato sono state introdotte nuove tutele. Sul part-time si è per la prima volta ottenuta la garanzia di accoglimento della richiesta dei lavoratori in materia, sia pure nell’ambito del 4% della forza lavoro”.