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Il menù di Natale “salva animali”: a tavola con le ricette verdi della Lega Anti Vivisezione

il genovese torta pasqualina
Foto d'archivio

L’arrivo delle feste significa inevitabilmente l’arrivo di pranzi e cene con parenti e amici. Ma perché rimpinzarsi di calorie in eccesso? Perché scervellarsi per mettere a punto menù stravaganti e costosi? Un menu di Natale ‘sostenibile’ per gli animali e l’ambiente, ma anche a tutto vantaggio della nostra salute è proposto dalla Lav in collaborazione con lo chef Simone Salvini.

Basta consultare il sito www.cambiamenu.it e trovare tutto quello che si vuole. L’avocado con il suo pesto; spaghettoni al ragù di seitan; frittelle di ceci con mele speziate e confettura di patate americane; tortino di cioccolato e tofu vellutato con frutti di bosco e purea di mele.

“Un invito pensare ai nostri pranzi e alle nostre cene in modo responsabile, anche durante le festivitaà -ricorda Paola Segurini, responsabile vegetarismo Lav- senza lasciarci condizionare da quegli eccessi culinari a base di carne e pesce, tipici di questo periodo. Una scelta a tutto beneficio della salute del Pianeta, nostra e degli animali che avremo contribuito a non uccidere”. Ogni anno, infatti, secondo un’elaborazione dei dati Istat effettuata dall’associazione nei piatti degli italiani finiscono milioni di agnelli e capretti: più di 5,5 milioni gli ovicaprini macellati nel 2011, il 30,5% dei quali nel mese di dicembre.

L’88,2% di quelli macellati a dicembre 2011 erano agnelli, a conferma del triste primato del consumo della loro carne nel periodo natalizio. Ciò nonostante, rispetto al dicembre dell’anno precedente, si rileva una flessione dell’11,6% di ovicaprini macellati (-7,3% di agnelli), che su base annua corrisponde al 7,9% in meno tra il 2011 e il 2010 (dati Istat). Un segnale che la sensibilità degli italiani almeno verso agnelli e capretti sta maturando. Secondo l’Istituto di ricerche economiche per la pesca e l’acquacoltura (Irepa), invece, nel 2011 in Italia sono state consumate 1 milione e 197mila tonnellate di pesce, 19,7 kg pro capite, il 79,9% delle quali importate dall’estero, con scarsa qualità e senza tracciabilità del prodotto (l’elaborazione è sempre della Lav su dati Irepa), “Dati che non lasciano dubbi sull’alta probabilità che hanno i consumatori di portare in tavola, pensando di seguire una tradizione nazionale, pesce proveniente dall’estero -prosegue Paola Segurini- Il rispetto della tradizione deve essere, al contrario, un richiamo alla semplicità dei prodotti della terra e alla considerazione di tutti i viventi, senza lasciarsi condizionare da discutibili scelte consumistiche, che possono creare problemi alla nostra salute e ai bilanci familiari”.

Via libera dunque a legumi, cereali, frutta e verdura di stagione che rappresentano “la ricetta giusta per ogni festa e per ogni tasca, ma anche una cura preventiva per la nostra salute e una scelta empatica con il pianeta”. La cucina tradizionale di ogni Regione, inoltre, offre già grande varietà di ricette senza ingredienti di origine animale, alcune delle quali preparate proprio durante le feste natalizie, come il Panforte toscano, la Pizza de Natà marchigiana o le Pinoccate umbre.

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