Genova. In uno dei corridoi, che porta a Piazza Lavagna si trova la casa di Melina Riccio. L’artista. La poetessa. La pazza.
La viottola è un profluvio di scritte, di rime, di fiori, di vasi. Quella di Melina Riccio è una storia che di genovese ha davvero poco: non c’è sobrietà e riservatezza. Anzi. Da Voltri a Nervi sono davvero poche le zone in cui questa estroversa donna di quasi 65 anni non ha impresso il suo nome, una sua rima, una sua frase.
La donna ha ‘colpito’ anche molti luoghi illustri: dalla statua di Vittorio III a quella del Balilla, dai muri antichi del Porto Antico alle colonne di via Garibaldi. Non sono poche le persone che sostengono di aver letto suoi versi in altre parti d’Italia fino a Palermo.
Sempre inneggia alla pace e all’amore, contro la caccia e la guerra, contro l’ipocrisia e la paura; sono versi che si rifanno sia alla tecnica dell’invettiva che a quella della rima baciata.
Melina Riccio questa volta ha osato troppo ed é stata denunciata per imbrattamento per aver scritto una sua poesia sul corrimano di Palazzo di giustizia.