Genova24.eat e l’incontro tra due lieviti: dalla pizza alla birra artiginale Maltus Faber

birra

Cogoleto. A voler essere onesti, dietro al fascino dell’abbinamento enogastronomico tra cibi e bevande c’è qualcosa di simile alla curiosità e al coinvolgimento che si prova seguendo una storia d’amore sullo schermo. Chissà se alla fine staranno bene insieme, chissà come si sono conosciuti, eccetera.

Insomma, non è che provare un abbinamento sia proprio come guardare una puntata di Uomini&Donne della De Filippi, ma quando organizzano serate come quella di ieri sera dedicate all’incontro tra tre birre Maltus Faber e tre pizze ricettate per l’occasione con alcuni presidi Slow Food, Ge24.eat non poteva mancare.

Luogo dell’incontro il ristorante-pizzeria Piro Piro, a Cogoleto. Le tre pizze preparate in versione classica con mozzarella di bufala campana dop e pomodoro del piennolo del vesuvio; in versione solo formaggi, con bufala dop, stracchino all’antica delle valli orobiche, toma bergamasca e castelmagno d’alpeggio; e in versione golosa con bufala dop, stracchino e mortadella classica. Le tre birre, la Bianca, l’Ambrata e la Triple, presentate da uno dei due titolari di Maltus Faber, una delle più premiate birre artigianali genovesi, provano a corteggiare, cioè, insomma, ad accompagnare le pizze.

Lo dico subito: alla fine degli assaggi incrociati, la coppia più emozionante, senza dubbio, è stata quella tra la pizza bianca, con i (fantastici) 4 formaggi e la Triple. Tra il cibo e la bevanda, anche qui, è la seconda, la parte femminile, che fa davvero la differenza, come per ogni coppia che voglia funzionare (sullo schermo). Un brillante colore dorato e un aroma intenso, leggermente speziato e appena agrumato. In bocca senti la dolcezza dei malti ben equilibrata da un finale fresco e capace di moltiplicare la sapidità dei formaggi. Come avere 8 gradi alcolici e non dimostrarli.

La Bianca e l’Ambrata non sono comunque da meno e raccontano di una piacevolissima produzione artigianale da parte di Maltus Faber. Vale la pena ricordare che “artiginale” significa che si tratta di birre non pastorizzate né filtrate, derivate da un processo produttivo naturale che partendo da malto, luppolo e lievito, attraverso la rifermentazione in bottiglia dei lieviti rimasti in sospensione, ottiene prodotti sensibilmente differenti dall’offerta industriale.

Insomma, il consiglio è di andare a trovare Maltus Faber al loro laboratorio, dalle parti di Via Fegino, prenotare una visita guidata e farsi raccontare, oltre che degustare, le loro birre. Poi tornate a casa e cominciate a pensare a qualche abbinamento più o meno spericolato, assaggiate e, nel caso, fateci sapere. Diamine, a chi non piacciono le storie d’amore?

(Maltus Faber; Via Fegino, 3/U; 16161 Genova (GE); Tel. 340.23.00.69; http://www.maltusfaber.com)

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.