Cronaca

Edilizia in ginocchio, a Genova sciopero degli edili: sindacati e lavoratori entrano a Tursi

Genova. Agg. h. 11.06. I sindacati e i lavoratori edili stanno entrando a palazzo Tursi.

Agg. h. 10.55. ll corteo degli edili è arrivato a palazzo Tursi e l’incontro con il sindaco Doria, inizialmente previsto per le 12, potrebbe essere anticipato.

Agg.h.10. Il corteo è ora nei pressi della Stazione Marittima e si sta dirigendo verso Tursi.

Agg.h.8.57.Il corteo degli edili sta lasciando la zona della sopraelevata e si sposta verso la zona di Di Negro. La circolazione sulla sopraelevata è stata riaperta, ma il traffico è ancora in tilt.

Agg.h.8.35. La sopraelevata è bloccata.

Agg.h.8.25. Gli edili stanno bloccando l’ingresso della sopraelevata a San Benigno, quindi il traffico e in tilt. L’obiettivo finale è quello di arrivare a Tursi per chiedere al sindaco risposte sulle Grandi Opere, in particolare sulla Gronda.

Sono 350 mila i posti di lavoro persi negli ultimi 3 anni in Italia e più di 2000 in provincia di Genova. Per questo stamattina, nel piazzale della Camionale (adiacenze entrata autostrada Genova Ovest), è prevista la manifestazione dei lavoratori del settore delle costruzioni per chiedere l’avvio delle grandi e medie opere, che sarebbe in grado di rilanciare il lavoro nel comparto delle costruzioni e di dare respiro a migliaia di famiglie che ogni giorno fanno i conti con la crisi economica e del settore.

Per i sindacati è necessario fare chiarezza sulla volontà degli enti locali: per attivare politiche socialmente sostenibili nella gestione degli appalti sui servizi resi alla cittadinanza in nome di una migliore qualità del servizio e dell’occupazione; per produrre reale sviluppo per la città, soprattutto in relazione alla realizzazione di nuova edilizia abitativa, riassetto idrogeologico, Gronda di Ponente, rifacimento del nodo ferroviario, terzo valico, bacino portuale e piano regolatore, pubblici servizi. Le categorie sindacali delle costruzioni rappresentano una realtà che localmente sostiene oltre 11.000 lavoratori e le loro famiglie, più l’indotto generato dalle opere. Altre migliaia di lavoratori si dibattono fra estreme difficoltà nel comparto della cantieristica navale e del legno ed arredamento. Le centinaia di piccole imprese genovesi, che in questi anni hanno chiuso i battenti, lo hanno fatto in silenzio, senza contare sull’impatto mediatico tipico delle grandi dismissioni, ma tutte insieme hanno prodotto una profonda lacerazione nel tessuto sociale metropolitano e provinciale, con migliaia di lavoratori disoccupati e la conseguente crescita della povertà e del disagio sociale.

“Se a questo scenario a tinte fosche non si porrà presto rimedio, Genova vedrà dirottate le proprie eccellenze verso lidi più accoglienti. Gli Enti locali dovranno ritenersi responsabili di una drammatica emorragia di professionalità e maestranze a causa di una cronica assenza di condizioni ambientali confacenti allo sviluppo di un’economia moderna rivolta all’Europa. Inoltre è necessario sfatare i luoghi comuni. Raffigurare oggi il lavoratore edile come un selvaggio cementificatore, disposto a tutto pur di salvaguardare la propria occupazione significa rifiutare un modello virtuoso di sviluppo sostenibile, ignorando il corpo sociale che vuole rimanere nel gioco globale per favorire tentazioni ideologiche che prosperano nella recessione e nell’impoverimento collettivo”, spiegano Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil.

“Grandi responsabilità gravano sugli Enti locali, in un momento cruciale per la storia della nostra città: il futuro dei genovesi non può essere e non deve essere un futuro da emigranti che fuggono dalla miseria, ma di operosi cittadini che partecipano allo sviluppo della comunità”, concludono i sindacati.

Proprio per questi motivi e per chiedere investimenti e l’avvio delle grandi opere, è stata organizzata la grande manifestazione di oggi.

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