Vigili del fuoco, Piredda (Idv): “Il precariato come ultimo baluardo a garanzia della sicurezza dei cittadini”

maruska piredda idv

Genova. “Ieri, a Genova, per lo sciopero organizzato dalla Confederazione europea dei sindacati, sono scesi in piazza anche i vigili del fuoco per protestare contro i tagli del ministero degli Interni e contro la riforma pensionistica del ministro Fornero. Nel capoluogo ligure, come in altre città, hanno partecipato al corteo anche i vigili del fuoco discontinui che, solo a Genova, sono circa 800, di cui 200 operativi. Moltissimi, ma purtroppo ancora quasi invisibili. Indispensabili, perché senza di loro molti comandi non potrebbero restare neppure aperti. L’opinione pubblica e i cittadini forse non sanno come questi lavoratori siano costretti a lavorare, in condizioni di assoluto precariato e con nessuna garanzia per il proprio futuro.

La situazione dei discontinui è resa ogni giorno più grave a causa dei continui tagli ministeriali e dalla completa mancanza di rispetto nei tempi di pagamento dei loro stipendi.

Circa 30mila vigili del fuoco discontinui sono chiamati in Italia a sopperire alle ormai croniche mancanze di organico dei diversi comandi dislocati in tutta la penisola e svolgono quindi non un ruolo di ausilio nelle gravi emergenze, come invece dovrebbe essere, ma di completamento degli organici dei colleghi stabilizzati. In sostanza, sono precari il cui apporto è indispensabile a garanzia della sicurezza e della gestione delle emergenze, ma che non si vedono riconosciuti i diritti base dei lavoratori regolari. Spesso senza garanzie assicurative e previdenziali, questi lavoratori coraggiosi mettono a repentaglio la propria vita per il prossimo e per tutti i cittadini. Durante le ultime tragiche alluvioni che hanno colpito la Liguria, molti vigili del fuoco discontinui hanno lavorato come volontari, senza divisa e senza percepire un euro. Infatti, nonostante la legge preveda il loro impiego proprio per fare fronte a situazioni di emergenza, molti vigili discontinui liguri, a causa dei tagli apportati dagli ultimi due governi, si sono visti respingere la propria richiesta di partecipare alle operazioni in aiuto della popolazione, a fianco dei colleghi provenienti da tutta Italia.

Lo scorso 29 dicembre, come presidente dell’Alvip (Associazione lavoratori vittime del precariato), assieme al presidente Antonio Di Pietro, abbiamo portato all’attenzione del ministro degli Interni Cancellieri l’annoso problema dei vigili precari. All’incontro hanno partecipato anche i rappresentanti delle associazioni dei discontinui. Purtroppo, a quasi un anno di distanza, non abbiamo visto un seguito significativo nelle sedi istituzionali competenti.

Al contrario, con l’aumento dell’età pensionabile introdotta dalla riforma Fornero, sempre più vigili del fuoco stabilizzati sono costretti a rimanere operativi, anche oltre la soglia dei sessant’anni, perché non è prevista la loro sostituzione con colleghi più giovani. Gli stessi vigili stabilizzati chiedono a gran voce che, almeno parte dei colleghi discontinui, vengano assunti in pianta stabile nell’organico del corpo. Ma dal ministero degli Interni, ancora nessuna risposta. Da anni la musica non cambia e oggi anche molti discontinui iniziano ad avere i capelli bianchi, continuano a percepire lo stipendio con ritardi che superano i tre mesi, a lavorare nella più assoluta precarietà e con dispositivi di protezione individuale insufficienti o logori. Tutto questo accade nella più assoluta indifferenza del governo e dei partiti che lo sostengono.

Intanto il governo Monti continua la dissennata politica dei tagli: altre migliaia di “eccedenze” sono state individuate dai ministri Fornero e Griffi nella pubblica amministrazione e nelle forze armate.

Ritengo che tagli, austerità e rigore non serviranno a rilanciare il Paese, ma serviranno solo a togliere forza al lavoro e a mettere a serio rischio la sicurezza di tutti i cittadini».

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.