Genova. L’ipotesi suggestiva di fare uno stadio alla Fiera, lanciata dal patron blucerchiato Garrone qualche settimana fa e bocciata a stretto giro dal presidente di Banca carige, Giovanni Berneschi, sembra già archiviata. Ma per Fiera di Genova? “E’ compito degli azionisti e della città dare indicazioni sulle linee future – spiega la presidente Sara Armella, a margine della presentazione del Salone di orientamento Abcd – non compete a noi fare proposte di tipo urbanistico. Quello che Fiera deve fare, con una certa energia, è stimolare una riflessione della città, e non solo degli azionisti, nel ripensare alcuni spazi che potrebbero avere una destinzazione coerente con le esigenze fieristiche. Non stiamo dicendo che vogliamo chiudere o fare azioni dirompenti”.
Il padiglione B, ad esempio, è importante ma “non è sufficiente per un quartiere moderno e modulabile al passo con i tempi”. E poi c’è la questione Palasport che “necessita investimenti consistenti, stimati in circa 10 milioni di euro”, e per la cui rivitalizzazione “servono nuove formule innovative”. E naturalmente molti investimenti. Pubblici no, dato il momento. “Un mix di investimento pubblico e privato, e qui mi fermo perché non è mia competenza”, sottolinea Armella.
Il quartiere fieristico, si sa, è estremamente ampio: serve, secondo il management di Fiera, una riqalificazione complessiva che attraversi il palazzo Nira, un ingresso che passi attraverso il varco di ponente, nell’area di via Pescatori, che ha bisogno di investimento “perché così non funziona” e poi sempre il Palasport, “non è pensabile che continui così”.
“Riposizionare il quartiere fieristico sui padiglioni B e C e nell’ampia struttura della Darsena così come le strutture a terra – conclude Armella – non rappresenta un tabù visto che palasport è utilizzato per manifestazioni fieristiche solo in alcune occasioni”.