Genova. Il banditore colpisce il tavolo, gli astanti rilanciano, uno dopo l’altro, aggiudicandosi chi un posto in consiglio di istituto, chi una folla di stagisti a costo zero da impiegare nella propria azienda. Siamo in piazza De Ferrari e va in scena l’asta dei saperi.
Si tratta, è ovvio, di finzione, ma l’evento è volto a simboleggiare “la mortificazione e la mercificazione del sapere e dell’istruzione pubblica”.
“Ogni anno – spiegano gli studenti – le riforme varate dai vari ministri della scuola peggiorano sempre di più l’istruzione pubblica e la svendono ai privati. Inoltre lanciamo lo sciopero del 14 novembre che non vede scendere in piazza solo noi studenti, ma tutti i lavoratori, uniti contro quelle misure volute dalla troika europea che vanno a distruggere tutte quelle misure conquistate in anni di lotta”.
“Quest’anno – continuano i manifestanti – la scuola e i diritti studenteschi stanno subendo il colpo di grazia, la definitiva rottamazione volta ad esaltare sempre più le privatizzazioni. Il PdL Aprea, infatti, è stato pensato per eliminare completamente i diritti studenteschi e rendere la scuola una vera e propria azienda dove i provati sono liberi di investire a piacimento e di governare le meccaniche interne dell’istituto”.
E mentre l’asta dei saperi non si ferma ed il banditore continua il suo lavoro, gli studenti annunciano mercoledì prevediamo di fare un corteo insieme ai professori e ogni gtruppo che voglia opporsi a queste misure concludendolo davanti al salone dell’orientameno dove ci sarà il ministro profumo per portargli la nostra contrarietà alla riforma della scuola.