Genova. Dopo le sette sconfitte consecutive, la contestazione a Edoardo Garrone e le incomprensioni tra il direttore sportivo Pasquale Sensibile e la società, in casa Sampdoria sembra essere tornato il sereno. Merito di una vittoria, quella più importante, contro i rivali di sempre. Cose da derby, lo vinci e ti senti il re del mondo.
Sembra tutto più facile, ogni problema pare a portata di risoluzione. Ed ecco che con i 3 punti strappati contro il Genoa la macchina Sampdoria si è rimessa in moto. Per cominciare, Ciro Ferrara ha blindato la propria panchina. Poi, a Corte Lambruschini, è andato in scena il vertice che ha visto protagonisti Garrone, Sensibile e l’amministratore delegato Rinaldo Sagramola.
Un faccia a faccia buono per ridelineare competenze e oneri. Nessun avvicendamento, nessun cambio della guardia: si va avanti così. Sarà ancora l’ex ds del Pescara a occuparsi dell’ormai imminente mercato di gennaio nella speranza di vederlo ripetere quanto di buono fatto nello stesso periodo dell’anno scorso.
Ma il derby vinto ha regalato nuovi stimoli, riacceso vecchi sogni Come quello di veder finalmente realizzata la costruzione di uno stadio di proprietà, uno stadio a tinte blucerchiate. Riccardo Garrone è tornato a battere il ferro. La Fiera di Genova l’ennesima area individuata. Il nuovo impianto andrebbe a sostituire il Palasport.
Queste le parole del numero uno della società blucerchiata: «Abbiamo presentato le prime linee guida del progetto. È fondamentale che venga finalmente approvata la legge sugli stadi. Rispetto alle proposte passate c’è stata grande attenzione da parte dei nostri interlocutori. Siamo soddisfatti».
Una soluzione adesso al vaglio del Comune di Genova. Sono fresche di giornata le dichiarazioni del sindaco Marco Doria: «Un’ipotesi praticabile, da studiare con grande attenzione. È legittimo che una società di calcio ambisca a un proprio stadio sul modello di quelli che già da anni vengono costruiti in Inghilterra».