Genova. Gli studenti genovesi scendono in piazza ancora una volta per ribadire il loro no alla riforma della scuola e ai tagli in un settore “vitale per il futuro dell’Italia”.
“Siamo qui – spiega uno studente del Marco Polo – contro i tagli che comportano riduzioni alla didattica e riduzioni delle attività di laboratorio per noi vitali. Vogliamo una scuola diversa, pubblica e che ci consenta di imparare il mestiere del nostro futuro. Noi vogliamo imparare”.
“Si abbassa – rincara la dose Matteo – il livello dell’istruzione e il ddl Aprea mette a repentaglio la democrazia all’interno della scuola. Non consente di avere elezioni dei rappresentanti e così abbassa il livello complessivo della società. Da questa scuola non può nascere una società migliore”.
Intanto sfuma la contestazione al ministro dell’istruzione Francesco Profumo, atteso oggi alla Fiera di Genova, ma trattenuto a Roma.
Gli studenti però andranno lo stesso ad ABCD Orientamenti perchè, concludono, “quel salone rappresenta la mercificazione della scuola pubblica”.
In piazza anche gli insegnanti, “c’è un contratto che deve essere firmato – dicono – in questi anni i sindacati sono stati conniventi col Governo e probabilmente ci passeranno un altro emendamento per il quale le ore da fare non potranno essere meno di 18. Chi lavora in classe sa benissimo lo stress che si vive giornalmente, forse nessuno sa che se abbiamo sei ore consecutive non possiamo prenderci un caffè, non possiamo andare in bagno perchè il Governo è solo preoccupato dell’incolumità dei ragazzi, non della loro cultura”.