Finale L. L’incontro pubblico che si è tenuto ieri sera a Finale Ligure e che ha visto la partecipazione di circa 250 cittadini fa piovere un mare di critiche sulla versione “R” del progetto di riconversione delle aree Piaggio. Un progetto che prevede il trasferimento a Villanova di Albenga e a cui è legata anche la sopravvivenza dello stabilimento di Sestri Ponente.
All’assemblea era presente anche una folta delegazione di operai dell’azienda, oltre al sindaco Richeri e all’assessore all’urbanistica Luzi. Sul palco i due rappresentanti della Finalmare, Campagnolo e Alborno, hanno prima riassunto le varie fasi del progetto dal 2004 alla versione “R” che approderà nel prossimo consiglio comunale prima di arrivare in Regione per ottenere il definitivo via libera per la riconversione delle aree che saranno lasciate libere dalla Piaggio una volta che sarà completato il trasloco nel nuovo stabilimento a Villanova d’Albenga.
A prendere la parola nelle due ore successive sono stati gli addetti ai lavori, come l’architetto e urbanista Carlo Alberini: “I finalesi devono capire che questa non è un’idea progettuale, ma uno schema ben definito a cui sarà difficile apportare modifiche se non marginali. Non c’è una linea progettuale, non c’è un idea di sviluppo ma solo una cementificazione del fronte mare come avveniva negli anni ’60″”.
Hanno poi parlato anche alcuni semplici cittadini che hanno voluto ribadire la loro contrarietà al progetto: “Diventeremo come la periferia di Milano” ha detto l’imprenditore Angelo Trotta. Contrari anche gli albergatori, con la posizione espressa dal vicepresidente dell’UPA, Marco Marchese: “Da subito abbiamo visto in questo cambio di destinazione una opportunità turistica per la nostra città, invece le superfici turistiche sono via via diminuite, sino all’ipotesi attuale che prevede l’albergo non in linea con quelle che sono le attuali necessità per una struttura che possa imporsi sul mercato”.
Il sindaco di Finale Flaminio Richeri, però, sa che un amministratore pubblico deve fare scelte che difficilmente troveranno il consenso unanime dei cittadini, e va dunque avanti per la sua strada.
“La metà della platea era composta da cittadini già schierati e gli interventi sul palco sono stati quelli di persone di cui conoscevamo già le idee – afferma Richeri – Accanto a me era seduto un ex consigliere comunale che mi ha detto che non vorrebbe essere nei miei panni nell’affrontare questa sfida. Un amministratore, però, deve fare scelte concrete e pragmatiche”.