Genova. Sono anche loro sotto choc, come buona parte dei genovesi, a leggere quanto sta emergendo dall’inchiesta sull’alluvione dello scorso anno: “Sono cose che ci lasciamo molto amareggiati – dice Cristina, angelo del fango – perché nei giorni seguiti all’alluvione c’erano 15 mila ragazzi in giro per la città a spalare fango e pensare che nello stesso momento c’erano altre persone stavano cercando di insabbiare dei dati fa abbastanza male al cuore”.
Ci hanno riflettuto, ne hanno parlato tra di loro e scritto sulla loro pagina facebook e hanno deciso di lanciare un appello all’amministrazione comunale: “Abbiamo riflettuto a lungo sui fatti che sono emersi dall’inchiesta. La giustizia farà il suo corso e le responsabilità saranno acceertate. Quello che ci sentiamo di dire è che ci sembra che da questi fatti emerga una gestione dell’informazione da parte delle istituzioni, soprattutto nei casi di emergenza, che è un po’ poco efficace, poco visibile e poco trasparente. Vorremmo invece che le informazioni venissero gestite in maniera più efficace e aperta, in modo che tutti i cittadini possano partecipare e contribuire a gestire queste situazioni di emergenza”.
“C’è moltissimo da fare in questo senso – risponde al volo l’assessore comunale ai lavori pubblici Gianni Crivello – abbiamo fatto un primo atto importante che è la costituzione del Coc, snellendo molto il numero dei partecipanti.
“L’impegno – dice Crivello – è quello di migliorare oltre agli interventi che sono ovviamente gli aspetti più importanti, anche il livello di comunicazione. Ci stiamo lavorando e lo facciamo con grande impegno. Tenerte conto anche gli ultimi avvenimenti, ma la protezione civile è sinonimo di protezione della città quindi abbiamo presente che è una priorità assoluta”.