Economia

Lames, Legambiente: “Sconfitta dell’ambientalismo, della politica e dei lavoratori”

Chiavari - Lames

Chiavari. La Lames di Chiavari è ancora al centro del dibattito. Il presidente di Legambiente Cantiere Verde, infatti, scrive una lettera aperta, in cui parla della “storia di una sconfitta, la sconfitta dell’ambientalismo, della politica, dei lavoratori”.

Per Maugeri si tratta della perdita di territorio a favore di un lavoro di cui non c’è alcuna certezza. “L’implemento in zona già compromessa di un volume immobiliare molto complesso da gestire, la modifica di indici urbanistici che favoriscono pessime interpretazioni, l’assenza di un piano industriale che garantisca l’occupazione per i prossimi 10 anni, l’assenza di un disegno industriale alternativo alle attuali lavorazioni della fabbrica (mercato dell’auto in crisi con prospettive di peggioramento) – spiega – Noi ambientalisti abbiamo perso consapevolmente. Abbiamo scritto ovunque, mai contro i lavoratori soprattutto in un momento di crisi come questo. Abbiamo atteso la firma; vi abbiamo lasciato fare”.

Poi il presidente della sezione levantina di Legambiente, passa direttamente a parlare di chi può rischiare il posto di lavoro. “Se i lavoratori verranno messi in cassa integrazione, se non ci sarà da parte dell’azienda un impiego di tutte le maestranze in organico, chiediamo al presidente della Regione Liguria Claudio Burlando, ai sindacalisti, agli amministratori chiavaresi di questa e della passata amministrazione, a tutti gli attori che in questa vertenza si sono prodigati con l’impiego di enormi risorse pubbliche per salvare la fabbrica Lames di assumersi la responsabilità di aver scelto una speculazione immobiliare mai vista prima nell’intero comprensorio del Tigullio in un periodo peraltro gravemente recessivo e con migliaia di famiglie in difficoltà”, dichiara.

“Con la piccola media impresa e le partite IVA (quelli che non tutela mai nessuno) completamente in ginocchio ai quali nessuno si interessa, speriamo che la fabbrica rimanga e che gli impegni di Lames (se esistono) vengano mantenuti ma se non sarà così questa volta i responsabili avranno un nome e cognome – conclude – Auspichiamo che il piano industriale della fabbrica sia una vera opportunità per il territorio che possa dare risposte vere ai temi del lavoro ma, non ne siamo convinti o meglio non lo abbiamo mai visto”.

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